Dopo una chiacchierata con un amico ci compare sui social o online la pubblicità di un prodotto o servizio che non abbiamo mai cercato, ma di cui casualmente ne stavamo proprio parlando con l’amico. Il nostro smartphone ci stava ascoltando?
È un dubbio che in tantissimi hanno avuto, per anni esperti ed aziende hanno sempre negato di invadere la privacy degli utenti in questo modo. Ma secondo un’indagine di 404 Media, i nostri sospetti potrebbero essere corretti: i cellulari ci ascoltano per davvero, e le nostre conversazioni sono preziosissime per gli inserzionisti.
Il pitch desk di Cox Media Group e l’Active Listening
Secondo l’indagine, l’azienda di media Cox Media Group (CMG), i cui clienti includerebbero Facebook, Amazon e Google, all’interno della sua concessionaria pubblicitaria offre un servizio chiamato Active Listening. Questo servizio mostrerebbe annunci basati sulle conversazioni rilevate proprio dal microfono di dispositivi come smartphone, tv, o smart home devices come Alexa.
Secondo il pitch deck (cioè la presentazione dei prodotti e servizi offerti ai potenziali clienti) di CMG, il software di Active Listening sfrutta l’Intelligenza Artificiale per “catturare dati in tempo reale sulle intenzioni degli utenti ascoltando le conversazioni”. Questi dati provenienti da oltre 470 fonti poi vengono “combinati con i dati comportamentali per identificare potenziali clienti interessati a determinati prodotti o servizi”.
Insomma, il servizio di CMG sarebbe in grado di profilare alla perfezione i potenziali clienti, una vera e propria miniera d’oro per gli inserzionisti – a scapito della privacy degli utenti.
Ma tutto questo è legale? È CMG stessa nella sua presentazione a rispondere: “È legale che telefoni e dispositivi vi ascoltino. Quando scarichiamo una nuova applicazione o aggiorniamo un’app, i consumatori devono sottoscrivere un contratto di utilizzo di diverse pagine, in cui spesso viene incluso l’Active Listening.”
Le risposte di Meta, Google e Amazon
In seguito alla pubblicazione dell’indagine Meta, Google e Amazon non hanno tardato a difendersi.
Google ha rimosso CMG dalla sua pagina “Partners Program”, e un portavoce dell’azienda ha dichiarato: “Tutti gli inserzionisti devono rispettare tutte le leggi e normative vigenti, nonché le nostre politiche di Google Ads, e quando identificheremo annunci o inserzionisti che violano tali politiche, prenderemo i provvedimenti del caso”.
Meta, società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, sta verificando se CMG ha violato i termini di servizio delle sue piattaforme, e ha sottolineato che “Meta non utilizza il microfono dei telefoni per gli annunci pubblicitari”.
Un portavoce di Amazon, invece, ha negato che la sua divisione pubblicitaria abbia mai lavorato con CMG sul programma di Active Listening e non ha intenzione di farlo.