Nel corso della sua memorabile carriera Fernando Botero ha tracciato l’esaltazione dell’abbondanza, ritraendo spesso figure dalle forme prorompenti e elevando quasi una muta esaltazione del grasso. Fu a modo suo un precursore di un trend che oggi impazza sia in TV sia sui social, ovvero quello della donna curvy, ma egli lo propose in un’epoca in cui l’arte prediligeva tutt’altro genere di modelli, ed è per questo che viene celebrato, oltre che come talento assoluto, altresì come anticonformista rivoluzionario. Il suo genio prende oggi vita in una mostra ospitata a Roma. Inaugurata lo scorso 17 settembre, la retrospettiva Botero, La Grande Mostra è visitabile presso Palazzo Bonaparte fino al 19 gennaio 2025, e vede come curatrice Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua opera. A dare corpo all’esposizione sono ben 120 copie, tra cui dipinti, acquerelli, sanguigne, carboncini, sculture e alcuni straordinari inediti. Il tutto allestito in 11 sezioni.
Talento in divenire
Pur godendo dell’ammirazione del mondo intero, Botero considerò fino all’ultimo la propria arte una virtù in divenire; in eterna evoluzione. Tanto da affermare, in una delle sue ultime interviste: “l’aspetto meraviglioso della pittura è che nessuno può decidere di saper dipingere. La pittura, ogni singolo giorno, ti porta a percorrere nuove strade e a non smettere mai di fare pratica”. In merito alla retrospettiva sul leggendario babbo, Lina Botero ha chiosato: “Questa è una mostra eccezionale perché è la prima grande esposizione di pitture dedicata a Fernando Botero dopo la sua morte. È anche una visione diversa del suo lavoro, che mette in evidenza la maestria con cui Botero ha lavorato con tecniche diverse nel corso della sua carriera artistica. È un’occasione straordinaria per celebrare il primo anniversario della morte di mio padre in Italia, un Paese che ha significato molto per lui e per il suo lavoro”.
Colori straordinari
Le fa eco Cristina Carrillo de Albornoz che con Lina Botero ha curato l’esposizione a Palazzo Bonaparte: “In Italia, a 20 anni, quando si confrontò con i capolavori del Rinascimento italiano, in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, con forme massicce e colori straordinari, avvenne la sua ‘metamorfosi’. Botero si è sempre interessato al volume, fin dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano”.