È un quadro preoccupante e scioccante quello presentato da un report della Polizia di Stato: da gennaio 2023 a febbraio 2024 sono state 133 le denunce per episodi di violenza nelle scuole italiane.
I dati
“All’interno delle scuole italiane ci sono stati 133 casi di aggressioni fisiche denunciati, con insegnanti andati in ospedale”. Di queste denunce, in 70 casi le aggressioni sono state commesse da studenti e 63 da genitori.
Tuttavia “Questi 133 casi non rappresentano il numero totale”, ha dichiarato Vittorio Pisani, capo della Polizia, “possiamo solo immaginare gli altri casi di aggressione che i docenti hanno ritenuto di denunciare o non sono andati in ospedale a farsi refertare”, sottolineando che le 63 aggressioni denunciate commesse dai genitori sono “ancora più gravi” rispetto a quello degli studenti.
Le ragioni che portano a questi fenomeni sono spesso futili. Bastano un voto basso o una nota sul registro a far scatenare episodi di violenza ingiustificabili.
E l’emergenza si registra su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud: dall’aggressione in un istituto ad Abbiategrasso, a sud di Milano, in cui un docente di storia dell’arte è stato preso a calci e pugni da uno studente di 16 anni, fino all’aggressione di qualche giorno fa in cui un’insegnante di sostegno a Castellammare di Stabia (Napoli) è stata aggredita da una trentina di genitori. Violenze che, nonostante l’inasprimento delle pene, continuano a registrarsi.
L’appello: vietare le chat dei genitori per legge
“A Castellammare di Stabia si è superato ogni limite. Una docente è finita vittima di un raid punitivo, scatenato da un’accusa gravissima lanciata senza alcuna prova e amplificata dal tam-tam delle chat di gruppo. Non c’è stato spazio per il dialogo, né per il confronto. Solo una rabbia cieca che ha trasformato un sospetto in condanna”.
Così Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo, commenta l’aggressione di Castellammare di Stabia. Secondo lo psicoterapeuta, i social hanno influito enormemente su questo episodio. Invece di essere usate come strumenti per facilitare la comunicazione, queste chat si stanno trasformando in “fabbriche di paranoia e rabbia collettiva”.
Per questo Lavenia propone di vietare. “Forse è arrivato il momento di vietarle per legge. Le chat dei genitori sono il riflesso di una società che fatica a gestire le proprie frustrazioni”. E poi: “Cosa vogliamo insegnare ai nostri figli? Vietare le chat dei genitori sembra estremo, ma non possiamo più ignorare quanto siano diventate pericolose se usate senza consapevolezza”.