Il Museo Egizio di Torino compie 200 anni. Una simile ricorrenza impone delle celebrazioni, che di fatto sono in corso. Sono numerosi gli eventi in programma. Questa struttura non si distingue solo per la rarità dei reperti che ospita, ma anche per l’abilità e la competenza nel conservarli. Statue, mummie, papiri; il tutto a suggello di un patrimonio inestimabile. Il regalo, nell’anno del suo bicentenario, il Museo di Torino se l’è fatto da solo, ma a beneficiarne è soprattutto il pubblico: una ristrutturazione da oltre 20 milioni di euro per migliorare l’accessibilità e rendere più semplice l’interazione con gli avventori.
Mattarella il primo visitatore
Per l’occasione è previsto l’arrivo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, primo visitatore del museo rinnovato. Ci saranno anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli e il ministro delle antichità egiziane, Khaled Mohamed Ismail. Accolti dalla presidente Evelina Christillin e dal direttore Christian Greco. Dal 20 al 22 novembre ci saranno tre giorni di festival a ingresso gratuito con laboratori, speed lecture, performance e conferenze. Tra gli scopi delle diverse iniziative vi è anche, anzi soprattutto, attrarre le nuove generazioni, sempre meno interessate alla storia.
La Galleria dei Re
Torniamo alla ristrutturazione: tra i principali interventi figura anche la nuova Galleria dei Re, che vede le altissime statue, non più sui piedistalli, guardare dritto negli occhi (si fa per dire, dal momento che si parla di opere titaniche) i visitatori della sala. Il Museo Egizio di Torino registra un afflusso da 900mila avventori, ma la recente ristrutturazione promette di far perfino lievitare simili numeri. Domani, in cui la struttura ospiterà la Notte Bianca, è prevista grande partecipazione del pubblico, tra fautori della storia egizia e semplici curiosi.
La chiosa del Direttore
Interessante la chiosa di Christian Greco, Direttore del Museo, dalla quale si evince passione e devozione per il suo lavoro: “Voglio restare al Museo Egizio fino alla pensione e l’ho detto a chiare lettere. Questo è il mio sogno; è il lavoro ideale e per un egittologo lavorare in questo museo è il sogno di una vita, se ho però un sogno nel cassetto è quello di poter studiare un po’. Vorrei avere un momento per farlo, per rispondere meno alle mail e al telefono. Spero che in un prossimo futuro possa esserci un periodo del genere. Che non vuol dire sottrarsi al lavoro, ma trovare nuove energie, spunti e modalità di approfondimento per essere ancora di più al servizio del museo”.