Facoltà di Medicina, il Senato abolisce il test di ingresso e introduce il secondo “semestre-filtro”

da | Nov 28, 2024 | Attualità

È stato approvato con 87 voti favorevoli, 40 contrari e 18 astensioni il disegno di legge delega che abolisce il test d’ingresso alla facoltà di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria e Medicina Veterinaria e l’accesso programmato. La riforma ora dovrà passare alla Camera per l’approvazione definitiva.

Le novità della riforma

Per accedere alle facoltà coinvolte nella riforma, gli aspiranti camici bianchi non dovranno più sostenere un test d’ingresso, ma potranno semplicemente iscriversi alla facoltà.

Gli studenti poi frequenteranno il primo semestre e sosterranno gli esami fondamentali comuni ad aree biomedica, veterinaria, farmaceutica e sanitaria (che non sono ancora stati annunciati), e dovranno superarli tutti quanti.

Una volta superati, gli studenti entreranno nella graduatoria unica nazionale che, in base ai posti disponibili, selezionerà chi può accedere al secondo semestre e chi, invece, dovrà cambiare corso. I CFU ottenuti ad ogni modo non saranno persi e saranno validi per altri percorsi accademici.

I prossimi passi

Una volta approvata la delega, il Ministero dell’Università avrà 12 mesi per emanare un decreto per stabilire se per entrare in graduatoria sarà necessario anche superare un test nazionale oppure se basterà la media dei voti degli esami.

Il testo ora deve essere approvato dalla Camera. Se arrivasse l’ok entro i primi mesi del 2025, la riforma entrerà immediatamente in vigore, in caso contrario si dovrà aspettare l’anno successivo.

Con questa riforma, ha commentato Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, “si riconoscono l’impegno e lo studio e non ci si affida alla casualità del test. Un passo avanti anche per il sistema sanitario nazionale: stop al ‘turismo universitario’ che spinge i nostri giovani a studiare all’estero e alla carenza dei medici in corsia.

“L’Italia è un’eccellenza nella formazione medica e sanitaria, e vogliamo che i nostri studenti restino qui per rendere il Paese ancora più forte”.