Gabriele D’Annunzio aveva il culto del gentil sesso, al punto che decise di declinare al femminile un sostantivo che non conosceva che la forma maschile, ovvero “auto”, che grazie all’intuito del famoso scrittore divenne “automobile”. Era il 1926, infatti, quando D’Annunzio dichiarò: «automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza». Nessuno osò contraddirlo, tant’è che quella parola entrò prima nel linguaggio comune, poi nel vocabolario. Quello non è l’unico termine riconducibile al principale esponente del decadentismo.
Da “scudetto” a “Ornella”
Vediamo gli altri, ad esempio “Scudetto”: il triangolino tricolore che, dal 1925, viene applicato sulle maglie della squadra che vince il Campionato italiano di calcio, fu “inventato” proprio da D’Annunzio. Perfino “tramezzino”, il termine che indica una sorta di panino squadrato, fu coniato dal poeta abruzzese. «Ci vorrebbe un altro di quei golosi tramezzini…», esclamò d’Annunzio, nel 1925, durante una visita allo storico bar torinese in cui nacque questa sfiziosità culinaria, che da allora diventò, per tutti, “tramezzino”. Perfino Ornella Muti, al secolo Francesca Rivelli, deve il suo nome d’arte a Gabriele D’Annunzio, il quale ribattezzò con l’appellativo di “Ornella” un personaggio della tragedia “La figlia di Jorio“, opera del 1904. E che dire di una delle più famose catene di grandi magazzini? Nel 1865 i fratelli Luigi e Ferdinando Bocconi aprirono, in via Santa Radegonda a Milano, il primo negozio in Italia dove si vendevano abiti preconfezionati.
“La Rinascente”
Nel 1917 il grande magazzino venne distrutto da un incendio e ricostruito: per l’occasione Gabriele d’Annunzio lo ribattezzò “la Rinascente”, marchio con cui ancora oggi si indentifica quella che, nel frattempo, è diventata una catena di negozi presenti in 12 città italiane. La lista prosegue con “velivolo”, parola che il letterato inventò nel contemplare un aeroplano, alla cui vista, esclamò: “velivolo”! Questa è la parola più indicata per definire questo mezzo. È leggera, fluida, rapida; non imbroglia la lingua e non allega i denti; di facile pronunzia, avendo una certa somiglianza fònica col comune veicolo, può essere adottata dai colti e dagli incolti». Chiudiamo con “fusoliera”, “vigili del fuoco” e “milite ignoto”.