di Francesco Pigozzo e Daniela Martinelli
Quali effetti derivarono dall’avvio del Mercato Comune Europeo e quali passi concreti servirono per avviarlo? Quali tensioni e dinamiche di potere caratterizzarono il suo sviluppo?
Creare il Mercato Comune Europeo implicò abbattere le distorsioni legate ai dazi e alle tariffe doganali tra gli Stati membri, creare una unione doganale verso l’esterno, e sviluppare politiche comuni a partire da quella agricola. Implicò inoltre una nuova sovranità europea in materia di concorrenza interna e di relazioni commerciali con il resto del mondo.
I BOOM DEGLI ANNI ’60
Il solo avvio del mercato comune a inizio anni ’60 e le aspettative di crescita legate all’enorme ampliarsi delle possibilità di lavoro, investimento e smercio diedero uno straordinario impulso allo sviluppo economico dei sei paesi membri delle Comunità – sia a quelli già in crescita, sia a quelli più arretrati economicamente. Tutti insieme divennero nel giro di un decennio una potenza economica comparabile con gli USA.
Ma le prerogative delle istituzioni europee restarono lontane dal dibattito pubblico, perché lotta politica e informazione restavano sul piano nazionale e impedivano di capire la dimensione europea dei successi e dei problemi contemporanei.
Così il successo delle Comunità non si tradusse in una spinta ad accelerare l’unità politica dell’Europa…
COSA TROVATE SUL VLEU
Come per le precedenti e le successive tappe del percorso, sono disponibili tre video che vi aiuteranno a immergervi nell’atmosfera dell’epoca, comprendere meglio le vicende europee essenziali che la caratterizzano e approfondire le questioni storiche attraverso la presentazione del punto di vista storiografico di alcuni esperti di studi europei. Le lezioni sono corredate di materiali di supporto, in particolare indicazioni sitografiche e bibliografiche sui singoli periodi.
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