L’arte utilizza un mix irresistibile di bellezza e mistero per ammaliare lo spettatore. Quello stesso mistero al quale, da una parte, vorremmo trovare soluzione, dall’altra preferiremmo restare nell’inconsapevolezza, cosicché l’opera conservi ai nostri occhi il suo irresistibile magnetismo. Abbiamo selezionato alcuni capolavori di cui svelarvi l’arcano… Il famoso “Cenacolo” di Leonardo Da Vinci, conosciuto anche come “Ultima Cena”, nasconderebbe uno spartito musicale. A rilevarne la presenza fu l’informatico e musicista sardo Giovanni Maria Pala, il quale spiegò: “la posizione delle mani degli apostoli e quella dei pani sulla mensa, insieme danno vita a una frase musicale scritta”. Una teoria questa altresì corroborata da Alessandro Vezzosi, direttore del museo dedicato a Da Vinci in Toscana.
La Gioconda
Nel caso della Gioconda, oltre ai tanti misteri che assediano l’opera stessa, ve n’è uno relativo al furto di cui fu oggetto, nel 1911, salvo poi essere recuperata due anni più tardi. A trafugarla fu un carpentiere di Luino, Vincenzo Peruggia, ma, quello che non tutti sanno, è che per quel reato furono arrestati e interrogati il poeta Guillaume Apollinaire e Pablo Picasso. Veniamo al celebre “Urlo” di Edvard Munch, il quale raccontò di aver avuto l’ispirazione per il dipinto un giorno in cui stava camminando con i suoi amici e vide che “il cielo diventava rosso come il sangue”. Di recente si è scoperto che probabilmente il cielo quel giorno era di un rosso intenso a causa dell’eruzione del Krakatoa in Indonesia, del 1883. L’eruzione vulcanica proiettò nell’atmosfera circa 21 chilometri cubi di materiale vulcanico assieme a grosse quantità di anidride solforosa che, nell’arco di qualche mese, avvolse quasi tutto l’emisfero boreale.
Notte stellata
E che dire di “Notte stellata”, una delle opere più famose di Van Gogh? La studiosa Natalya St. Clair ha spiegato come l’artista olandese, rinchiuso in manicomio, sia riuscito a “percepire e rappresentare uno dei concetti più difficili in assoluto che la natura abbia mai offerto all’uomo”, il concetto di flusso turbolento nella dinamica dei fluidi. Un concetto ostico e difficile da trasmettere, che il fisico russo Andrey Kolmogorov ha codificare solo nel 1940 in un’equazione, ma che Van Gogh nel 1889 rappresentò su tela in “Notte stellata”.