di Francesco Pigozzo e Daniela Martinelli
In che modo l’Europa comunitaria reagì alle molteplici crisi a cavallo tra anni ’60 e ’70? L’instabilità del nuovo sistema monetario mondiale, le conseguenze economiche della crisi petrolifera e il freno all’uso del voto a maggioranza nel consiglio dei ministri mettevano le Comunità di fronte al rischio concreto di disgregarsi. E questo accadeva proprio mentre in Europa occidentale cadevano gli ultimi regimi dittatoriali e cresceva la speranza di poter entrare nelle Comunità!
Fiorirono allora iniziative, dentro e fuori le istituzioni con l’obiettivo comune di rafforzare l’Unità europea per non rischiare di perderla. Ma che cosa è questa “unità europea”? I diversi attori in gioco negli anni ’70 diedero risposte diverse.
TRE DIFFERENTI ACCEZIONI DI UNITÀ
C’era chi chiedeva coordinamento europeo in più settori. Ne derivarono diverse iniziativa. Nel 1970 è lanciata la “cooperazione politica europea”, il cui nome rinvia a un primo tentativo di coordinare le politiche estere degli Stati membri: tentativo debole e fallimentare, ma significativo perché riprendeva per la prima volta in modo esplicito un tema che era divenuto tabù dopo il fallimento della Comunità Europea di Difesa. Nel 1972 gli Stati membri si accordarono per un altro ambito delicato e innovativo di coordinamento: quello del tasso di cambio tra le loro monete, divenuto nel frattempo fluttuante in conseguenza della rivoluzione finanziaria innescata dagli USA sotto presidenza Nixon (fine del sistema di Bretton Woods e della convertibilità del dollaro in oro, 1971): dal 1979 entra in vigore il Sistema Monetario Europeo.
C’era poi chi voleva più cooperazione tra i governi nazionali. Nel 1974 nacque il “Consiglio europeo” (ultima iniziativa di Jean Monnet): i Capi di Stato e di governo degli Stati membri iniziarono a riunirsi in modo formalmente regolare, istituzionalizzato, per dare continuità di scopo allo sviluppo delle Comunità.
C’era infine chi lottava per un maggiore coinvolgimento dei cittadini europei in quanto tali, come “popolo di popoli” sovrano: i movimenti della società civile ottennero dal primo Consiglio Europeo l’elezione a suffragio universale del Parlamento europeo. Dopo un primo rinvio, tra il 7 e il 10 giugno 1979 si svolsero le prime elezioni nei nove paesi membri.
Il primo Parlamento eletto durerà in carica dal 1979 al 1984. Fu la legislatura con meno poteri e più coraggio nella storia delle comunità: grazie all’ultima iniziativa di Altiero Spinelli… Vai sul VLEU per proseguire…
COSA TROVATE SUL VLEU
Come per le precedenti e le successive tappe del percorso, sono disponibili tre video che vi aiuteranno a immergervi nell’atmosfera dell’epoca, comprendere meglio le vicende europee essenziali che la caratterizzano e approfondire le questioni storiche attraverso la presentazione del punto di vista storiografico di alcuni esperti di studi europei. Le lezioni sono corredate di materiali di supporto, in particolare indicazioni sitografiche e bibliografiche sui singoli periodi.
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