Se vivi nel posto “sbagliato” ti puoi ammalare di cuore

da | Gen 9, 2025 | Attualità

Il nostro luogo di nascita non fa la differenza solo nell’inflessione vocale che acquisiamo, ma contribuisce a predisporci o meno alle malattie cardiache. Ebbene sì, il posto in cui veniamo al mondo determina la salute del nostro cuore; a stabilirlo è uno studio americano pubblicato sull’European Heart Journal. Per giungere a questa conclusione, gli studiosi hanno utilizzato Google Street View, analizzando 530 mila fotografie in cerca di indizi sulla qualità dell’ambiente edificato. L’indagine si è concentrata su sette città statunitensi (Detroit, Kansas City, Cleveland, Brownsville, Fremont, Bellevue e Denver). Ognuna di esse è stata frazionata in 789 micro-zone che negli Usa si chiamano census tracts (“aree di censimento”) e che ospitano in media 4mila persone ciascuna.

L’analisi delle immagini

Le immagini provenienti da queste aree sono poi state scandagliate in lungo e in largo dall’Intelligenza Artificiale e messe in relazione con i tassi di malattie coronariche rilevate in ognuna di esse. A conclusione d’indagine, è risultato chiaro che vivere in posti privi di verde, densamente edificati o con strade malmesse, predispone a patologie cardiache quali infarto del miocardio o angina pectoris. L’Intelligenza Artificiale ha previsto circa il 63% di variazioni nel tasso delle malattie coronariche sul totale delle micro-zone solo confrontando le immagini a disposizione. Ma come fa una foto rilevata con Google Street View a rivelare tutto questo? La densità costruttiva o la presenza di crepe su una strada, oltre che di scarsa manutenzione, sono anche indice di un traffico elevato e dunque di una peggiore qualità dell’aria.  Le macchie di smog sugli edifici danno ulteriore conferma di inquinamento.

Se manca il verde

Se a tutto questo si aggiunge l’assenza o il ridotto numero di alberi a purificare l’aria, la situazione peggiora. Infatti, istituire delle aree verdi contribuirebbe alla salubrità dell’ambiente e farebbe una notevole differenza. In proposito, il prof. Sadeer Al-Lindi, a capo del progetto, si è espresso così: “Identificare i fattori ambientali che influenzano il rischio cardiovascolare potrebbe svolgere un ruolo importante nel guidare una pianificazione urbana, su vasta scala, più attenta alla salute del nostro cuore”.