Gli italiani sono al terzo posto nella classifica dei più intelligenti d’Europa

da | Gen 16, 2025 | Attualità

Il popolo italiano vanta il monopolio dell’arte, della cucina e della moda, ma come siamo messi in fatto di altre virtù? Prendiamo l’intelligenza, ad esempio. Nella classifica europea, con un QI medio pari a 101,03, occuperemmo perfino il podio, superati solo da Slovenia (102,19) e Spagna (102,37), che si piazza in cima al podio. È quanto stabiliscono i risultati del test internazionale del QI condotto da 1.393.066 partecipanti provenienti da tutto il mondo. Ma come si compone il resto della classifica? Al decimo posto troviamo il Portogallo (99,4), al nono l’Austria (99,71), all’ottavo la Germania (99,78), al settimo la Svezia (99,79), al sesto il Belgio (100,18), al quinto la Grecia (100,31) e al quarto la Finlandia (100,48).

Nella classifica mondiale

Nella classifica mondiale, la Penisola si attesta 17esima. Prima di essa, in ordine decrescente, Bielorussia (101,58), Thailandia (101,66), Canada (101,73), Slovenia (102,19), Nuova Zelanda (102,20), Sri Lanka (102,21), Spagna (102,37), Armenia (102,64), Australia (102,67), Mongolia (103,13), Federazione Russa (103,31), Singapore (102,25), Giappone (106,54), Corea del Sud (106,57), Iran (106,63), Cina (107,43). Per quello che riguarda l’Italia, ad esempio, i nuovi dati resi noti e aggiornati all’1 gennaio 2025 hanno fatto registrare una piccola diminuzione rispetto a quelli dell’anno precedente, passando da un punteggio di 102,11 a uno di 101,03. Gli esperti avanzano che questo calo sia dovuto a fattori genetici o ambientali, ma anche a un sistema educativo che non riesce più a garantire un’istruzione di qualità.

Il ruolo della scuola

La scuola ha un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’intelligenza e delle capacità cognitive e, dunque, anche nei risultati del QI. Per la misurazione del quoziente intellettivo sono tante le voci prese in considerazione, come la capacità di avere un pensiero critico, di risolvere dei problemi o la memoria. Attitudini queste che si risolvono proprio durante gli anni di studio, tra i banchi di scuola. Il sistema educativo ha dunque un ruolo fondamentale: nei Paesi che hanno alti livelli di alfabetizzazione e nei quali l’accesso all’istruzione di qualità è garantito alla maggioranza della popolazione, il QI medio è spesso più alto.