“L’elisir d’amore” di Donizetti in scena a Torino

da | Gen 28, 2025 | Eventi

Una fiaba di gioventù tra sogno e tradizione che sa più di leggenda che di opera lirica, parliamo de “l’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, in scena al Teatro Regio di Torino, dal 28 gennaio al 5 febbraio 2025. Al centro di quest’opera senza tempo si collocano giovinezza e amore filtrati dallo sguardo dei protagonisti. Daniele Menghini, regista della rappresentazione, ha spiegato: “Nemorino è un uomo contemporaneo ferito dal cinismo della vita di tutti i giorni. Ha bisogno di un rifugio, un nascondiglio e lo trova sul palcoscenico di un teatro”.

Tradizione e creatività

Conciliando tradizione e creatività, l’allestimento trasforma il percorso di Nemorino in un racconto di formazione universale; una fiaba onirica in cui sono burattini e marionette a dar vita alle vicende. “Per me, la marionetta in particolare, il pupazzo mosso da fili è il simbolo dell’attesa, perché basta un niente, un soffio di vento ed ecco che le comincia muoversi, trasmettendo tutte le nostre emozioni” ha affermato Augusto Grilli della Fondazione Marionette Grilli di Torino. Tutti i personaggi sono intagliati dalla mano di Nemorino, plasmati dalla creatività di un uomo che diventa autore della sua stessa storia. L’opera è presentata nel nuovo allestimento firmato da Daniele Menghini in coproduzione con il Teatro Regio di Parma. L’Orchestra del Teatro Regio è diretta dal maestro Fabrizio Maria Carminati, Ulisse Trabacchin istruisce il Coro.

I protagonisti

Protagonisti sono: Federica Guida (Adina), René Barbera (Nemorino), Paolo Bordogna (Dulcamara), Davide Luciano (Belcore) e Albina Tonkikh (Giannetta). Alla “prima” di martedì 28 gennaio seguono sette repliche fino a mercoledì 5 febbraio. Composta in soli quattordici giorni, L’elisir d’amore debuttò il 12 maggio 1832 a Milano, e fu accolto subito con grande entusiasmo dal pubblico, con trentadue repliche consecutive. Conciliando ironia e romanticismo, la sua ricchezza melodica lo ha reso uno dei capolavori più amati del repertorio ottocentesco. A rendere l’opera immortale ha contribuito l’aria “Una Furtiva Lagrima”.