Ieri si è celebrata la giornata mondiale contro il cancro, patologia della quale, solo qualche anno fa, era interdetto anche il nome. Complice la sua curabilità, oggi è stata superata buona parte dei tabù sulla malattia. Questa ricorrenza, che cade ogni anno il 4 febbraio, mira proprio a fare chiarezza e a sensibilizzare sul tema. Come specifica l’Istituto Superiore di Sanità, ad oggi sono 2 milioni e 250 mila gli italiani che vivono con una diagnosi di tumore (il 4% dell’intera popolazione). La diagnosi più frequente tra le donne (42%) è il tumore della mammella. Tra gli uomini, il 22% dei casi prevalenti (quasi 220 mila persone) è formato da pazienti con tumore della prostata.
Le differenze geografiche
La percentuale di incidenza varia anche in base alle differenze geografiche: si passa da oltre il 5% in alcune aree del Nord al 2% e 3% del Sud. Quasi 1 milione e 300 mila persone (2,2%) sono lungosopravviventi (hanno cioè avuto una diagnosi di tumore da più di 5 anni) e circa 800 mila (l’1,5%) sono vive dopo oltre 10 anni dalla diagnosi. Il World Cancer Day è promosso dalla Union for International Cancer Control e sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra le altre cose, la ricorrenza mira a ribadire l’identità del singolo malato, affinché non diventi solo un numero. Dietro chiunque venga colpito da questa patologia c’è una storia che merita di essere conosciuta, una testimonianza di sofferenza che si mischia alla voglia di farcela, ad ogni costo.
Lo slogan di questa edizione
A ribadire il concetto di individualità concorre lo slogan pensato per la ricorrenza: #UnitedByUnique, che tradotto in italiano potrebbe suonare come «uniti, ma unici». Benché ad oggi le diagnosi di tumore siano ancora numerose, dalle statistiche emerge un trend confortante: la metà dei cittadini che oggi si ammala è destinata a guarire. Come fanno notare medici e specialisti, resta comunque fondamentale evitare i comportamenti a rischio: il consumo di alcol è correlato a 7 tipi di carcinoma, l’obesità a 12. E il fumo è responsabile del 25% dei decessi oncologici nel mondo.