Uno dei più grandi matematici e logici, padre dell’informatica e dell’Intelligenza Artificiale, protagonista durante la Seconda Guerra Mondiale, la cui vita finì tragicamente. Stiamo parlando di Alan Turing, una delle figure più di spicco del XX secolo il cui contributo alle scienze è ancora oggi centrale.
La macchina di Turing
Nato il 23 giugno del 1912 a Londra, Turing mostrò fin da subito un interesse verso la matematica e le scienze. Nel 1931 fu ammesso al King’s College dell’Università di Cambridge dove studiò matematica e logica.
Cinque anni dopo quando aveva solo 22 anni pubblicò On computable numbers with an application to the Entscheidungsproblem, articolo scientifico che segnò profondamente la nascente scienza dell’informatica. L’Entscheidungsproblem (o “problema della decisione”) è una questione fondamentale posta per la prima volta nel 1928 dai matematici David Hilbert e Wilhelm Ackermann: esiste o no un metodo meccanico e rigoroso per decidere e stabilire sempre e in ogni caso se un’affermazione è vera oppure no? È possibile sviluppare un algoritmo che possa risolvere qualsiasi problema matematico?
Turing affrontò la questione e dimostrò che questo problema è indecidibile: non esiste un algoritmo universale che possa risolvere ogni possibile enunciato matematico in modo meccanico. Usando il concetto di una macchina computazionale, la macchina di Turing, illustrò come alcune funzioni siano computabili ma altre non lo sono, dimostrando che ci sono limiti intrinseci a ciò che può essere calcolato da una macchina.
Questa tesi è ancora oggi fondamentale per la teoria della computazione e stabilì le basi per la nascente scienza dell’informatica.
Il contributo durante la Seconda Guerra Mondiale: la Bomba
Dopo aver ottenuto un dottorato in logica matematica presso la Princeton University negli Stati Uniti, Turing tornò nel Regno Unito durante l’estate del 1938 ed entrò a far parte della Government Code and Cypher School (GC&CS), i servizi segreti del Regno Unito.
Con lo scoppio della guerra con la Germania nel settembre del 1939, Turing fu trasferito nel quartier generale dell’organizzazione a Bletchley Park nel Buckinghamshire. Lì Turing e i suoi colleghi crittografi avevano il compito di decrittare i codici dei tedeschi creati attraverso la macchina Enigma.
In poco meno di un anno, Turing e gli altri progettarono la Bomba, una macchina in grado di decriptare le comunicazioni tedesche. Grazie alla Bomba, i crittoanalisti intercettarono oltre 84mila messaggi al mese, contribuendo significativamente alla vittoria degli Alleati e accorciando la durata della guerra.
La carriera nel dopoguerra: il Test di Turing
A guerra terminata, Turing continuò ad occuparsi di computing e nel 1950 presentò il suo famoso Test di Turing all’interno dell’articolo scientifico Computing machinery and intelligence, ancora oggi un punto di riferimento fondamentale nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale e nella scienza cognitiva.
Il Test di Turing ha lo scopo di verificare se una macchina è in grado di “pensare”, cioè se una macchina può comportarsi in modo intelligente e senziente, simile ad un essere umano. Basato sul “gioco dell’imitazione”, il test cerca di distinguere due interlocutori in base alle risposte che danno a domande specifiche. In base alle risposte, si può distinguere un essere umano da una macchina.
Sulla base di questo test e dell’articolo scientifico si baserà poi gran parte dei suoi studi sull’intelligenza Artificiale.
La morte
Nonostante i suoi enormi contributi alla scienza e il suo ruolo nella decrittazione dei codici tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1952 Turing, fu arrestato e accusato di “grave oscenità” perché fu scoperto in casa col fidanzato (in quegli anni l’omosessualità era un reato).
Per evitare la galera, Turing scelse la castrazione chimica e visse gli ultimi due anni della sua vita in isolamento. Il 7 giugno 1954, a soli 41 anni, Alan Turing morì, ufficialmente per suicidio attraverso avvelenamento da cianuro di potassio, ma attorno alle circostanze ci sono sempre stati dubbi.
Nel 2009 il primo ministro britannico Gordon Brown si scusò pubblicamente a nome del governo per il trattamento “assolutamente ingiusto” nei confronti di Turing, e nel 2013 la Regina Elisabetta II concesse a Turing la grazia reale.
Nonostante la tragica morte, Alan Turing oggi è noto in tutto il mondo e rimane una figura di riferimento nel panorama scientifico e tecnologico, e il suo lavoro è più attuale che mai.