Il Ministro Valditara in un’intervista al Corriere della Sera ha presentato le nuove indicazioni nazionali pubblicate l’11 marzo e che entreranno in vigore dal settembre del 2026 ultimata la consultazione pubblica. Torna il latino alle medie, lo studio della Bibbia come una delle fonti storico-letterarie insieme a testi come l’Iliade e l’Odissea, e si ritorna anche alla calligrafia e al corsivo e lo studio delle poesie a memoria.
Il ritorno del latino alle medie
Valditara ha spiegato che il latino diventa “curriculare, ma opzionale”: un’ora in più alla settimana con valutazione per studiare questa materia, e saranno le scuole a decidere come inserirla nell’orario.
Il ritorno del latino, spiega il Ministro, è dovuto a quattro motivi: “è una palestra di logica e abitua al ragionamento; come diceva Gramsci, abitua a studiare; aiuta a capire la grammatica e sintassi italiana e ad esprimersi meglio; è la testimonianza di una civiltà che ha condizionato la civiltà occidentale, la nostra”.
Il programma di storia e la Bibbia come fonte
E a proposito della civiltà occidentale, le nuove indicazioni nazionali introducono alcuni cambiamenti nel programma di storia, che ruoterà attorno alla storia dell’Occidente.
Alle elementari si studieranno i greci, i romani e l’impatto del Cristianesimo sul mondo classico per due anni, in terza elementare si contrae la parte dedicata a dinosauri e preistoria e ci si concentrerà sulle civiltà del Mediterraneo (egizi, fenici e sumeri). E poi sarà “raccomandata un’attenzione alla parte più recente della storia” con lo studio dalla Seconda Guerra Mondiale alla fine del XX secolo.
La Bibbia sarà letta e commentata in alcuni passi in quanto fonte storico-letteraria, insieme all’Iliade e all’Odissea per via della sua “grande testimonianza culturale”. Spiega il Ministro: “La Bibbia è a fondamento di molta parte della nostra arte, della nostra letteratura e della nostra musica”.
La calligrafia, il corsivo e le poesie a memoria
Si ritorna anche alla calligrafia e al corsivo, che molti giovani oggi non conoscono, nonché le poesie studiate a memoria. “Lo stampatello è la calligrafia di chi urla, il corsivo di chi riflette. Le poesie servono per la memoria, che nell’epoca di Internet e delle tecnologie digitali noi trascuriamo sempre di più. Gli studenti impareranno ad esprimersi meglio e a confrontarsi con le emozioni altrui.”
Verrà data maggiore importanza anche al riassunto perché “serve ad andare al cuore dei problemi […] saper sintetizzare il proprio pensiero significa e quindi intrattenere con gli altri relazioni più chiare. La grammatica poi insegna l’ordine mentale, serve a introiettare la cultura della regola superando l’epoca dello spontaneismo espressivo”.