La professione di ingegnere industriale è sicuramente tra le più ambite, al giorno d’oggi, e questa figura è in grado di esercitare molto prestigio. Ma qual è il compito di questo professionista, esattamente? L’ingegnere industriale si occupa di ottimizzare a livello tecnologico e organizzativo i processi produttivi di un’azienda. La sua mansione principale è di sviluppare cicli di lavoro efficienti e razionalizzare l’uso di macchinari, materiali, energia, personale, tecnologie. Il tutto al fine di ridurre i costi e gli sprechi. Può trovare impiego in diversi ambiti, soprattutto in quello industriale e manifatturiero. A questi si aggiungono il settore marketing, vendite, risorse umane, amministrazione, produzione e logistica.
La formazione
Si rende necessario, a chiunque ambisca a questa professione, una formazione che dia competenze in campo di elettronica, chimica, robotica, metallurgia, elettricità, organizzazione industriale, tessile, ecc… Quanto, più specificamente, agli ingegneri industriali del settore energetico, essi trovano collocamento in campo di progettazione, direzione lavori e collaudo di singoli organi o componenti di macchine e di impianti per la produzione, la trasmissione e la distribuzione dell’energia. È imperioso aggiungere che il laureato in Ingegneria Industriale, indirizzo Energetico, può lavorare sia nella libera professione sia nelle imprese manifatturiere o di servizi e nelle amministrazioni pubbliche.
Lo stipendio medio
Diamo uno sguardo ai guadagni: quelli medi previsti per questa professione si aggirano attorno ai 38.500 € lordi annui, circa 1.950 € netti al mese. Lo stipendio di un professionista Senior può superare i 96.000 € lordi all’anno. A chi ambisce a svolgere questa attività suggeriamo il nostro percorso di laurea in Ingegneria Industriale – indirizzo Energetico. Come enunciato nel piano di studi, esso mira a formare un professionista dotato di una cultura tecnico-scientifica adeguata, consapevole del fatto che la centralità delle problematiche energetiche non deriva da congiunture economiche ciclicamente sfavorevoli, bensì dalla necessità di armonizzare la richiesta di energia con l’esigenza di controllare le risorse del pianeta e ridurre l’impatto ambientale.