Il 5 maggio 1813 nasceva Kierkegaard

da | Mag 5, 2025 | Pionieri e visionari

Il 5 maggio 1813 nasceva Søren Kierkegaard, uno dei filosofi più studiati, da molti ritenuto il padre dell’esistenzialismo. Alla base del suo pensiero vi è l’idea che l’esistenza precede l’essenza. Insomma, la scelta e la responsabilità individuale sono al centro della sua filosofia, con un’attenzione particolare all’individualismo e alla fede. Per Kierkegaard, semplicemente, l’uomo è. Esiste prima ancora che una teoria o un sistema l’abbia identificato e definito. Inoltre, all’’uomo è concesso di scegliere il proprio significato e di dare forma alla propria essenza attraverso le scelte che opera e le azioni che compie. Per il filosofo, perfino non scegliere può essere considerata una scelta.

Educazione rigida

In Kierkegaard la figura del padre, con la rigidità della sua educazione, lasciò un segno profondo. La vita del filosofo si caratterizzò in un immobilismo esistenziale, dato dalla sua incapacità di scegliere tra la mondanità e la spiritualità. Il suo genio potrebbe essere scaturito proprio da questo conflitto, che lo spinse alla ruminazione mentale e alla riflessione. Al suo spirito meditativo contribuì altresì la tragica morte di cinque dei suoi fratelli ancora in giovane età. Nella vita del filosofo, quelle drammatiche contingenze contarono al punto che egli decise di vivere amori platonici, convinto che sulla sua famiglia gravasse una maledizione che sarebbe ricaduta su eventuali discendenti.

Sotto pseudonimo

La reticenza di Kierkegaard a prendere posizioni nette e definite si evince perfino dal fatto che scrisse gran parte delle proprie opere sotto pseudonimo, ciò gli garantì la libertà di disquisire di ogni argomento senza rischiare che un punto di vista si intromettesse nell’altro. Se volete indagare il pensiero di Kierkegaard e approfondire la sua leggendaria figura, vi suggeriamo di iniziare dalla lettura delle sue opere più celebri, a cominciare da “Il diario del seduttore”, simbolo della produzione estetica di Kierkegaard. Meritevole di menzione è anche “Timore e tremore”, in cui il filosofo, attraverso la storia biblica di Abramo e Isacco, affronta il tema del sacrificio religioso e l’assurdità della fede.