Cos’è una laurea a ciclo unico, percorso di studi del quale si sente poco parlare, ma che in tanti preferiscono? Semplice, si tratta di un iter formativo che comprende due corsi di laurea: in altre parole, potremmo definirla la fusione tra laurea triennale e magistrale. La distinzione tra laurea triennale e laurea magistrale è stata introdotta con la riforma del 1999, che ha rivoluzionato il sistema universitario italiano. Prima, esisteva un sistema a ciclo unico per la maggior parte dei corsi di laurea, con durate variabili tra i quattro e i sei anni. Ogni cosa ha i suoi pro e contro, e la laurea a ciclo unico non fa certo eccezione. I vantaggi includono una formazione specialistica completa e la possibilità di conseguire il titolo in un unico percorso.
Meno stress
Oltre a ciò, si scongiura lo stress di laurearsi due volte nonché la noia di scrivere due tesi e affrontare un secondo percorso di iscrizione. I contro, invece, hanno a che fare con la durata complessiva degli studi, che, essendo più estesa, costringe a rimandare l’ingresso nel mondo del lavoro. A conti fatti, la scelta dipende soprattutto dalle esigenze del singolo studente. Un esempio rappresentativo di laurea a ciclo unico è costituito dal nostro percorso di laurea in Giurisprudenza. Come enunciato nel piano di studi, il corso di laurea a ciclo unico in Giurisprudenza è strutturato in modo da offrire agli aspiranti giuristi una cultura tematica di base, sia in campo nazionale sia in quello europeo.
Gli altri obiettivi formativi
È parte degli obiettivi formativi qualificanti del corso di laurea anche l’acquisizione delle capacità necessarie alla produzione di testi giuridici (normativi, negoziali e processuali) chiari, bene argomentati, pertinenti ed efficaci in rapporto ai contesti di impiego. Consente l’accesso ai successivi percorsi formativi, quali master, dottorati di ricerca e scuole di specializzazione per le professioni legali. La laurea, inoltre, costituisce titolo per la partecipazione ai concorsi di magistrato, notaio e all’esame di avvocato, previo espletamento del periodo di praticantato previsto dalla normativa vigente.