Tumori al seno e al polmone: nuove speranze dalla ricerca

da | Giu 17, 2025 | Attualità

Il cancro è uno dei più impietosi nemici dell’uomo, ma, man mano che il tempo trascorre e la medicina avanza, esso appare sempre più superabile, o perlomeno curabile. In Italia, per il solo 2023 sono state stimate circa 55.500 nuove diagnosi di tumore al seno nelle persone di sesso femminile e circa 500 nelle persone di sesso maschile. Quanto al tumore del polmone, nel 2024 sono state stimate circa 44.831 nuove diagnosi. Sono numeri impressionanti, ma questi due tipi di cancro incontrano oggi un avversario più che mai temibile, nella medicina…

Lo studio rivoluzionario

Per quel che riguarda il tumore al polmone a piccole cellule in stadio esteso, l’azienda farmaceutica Roche ha annunciato i risultati dello studio di fase III IMforte su atezolizumab in combinazione con lurbinectedina come trattamento di mantenimento in prima linea, dopo la terapia di induzione con carboplatino, etoposide e atezolizumab. I dati hanno mostrato che questa combinazione ha ridotto il rischio di progressione della malattia del 46% e il rischio di morte del 27%, rispetto alla sola terapia di mantenimento con atezolizumab. Progressi importanti nella lotta a una patologia che si riscontra già allo stadio esteso nel 70% dei casi e per cui solo un paziente su cinque sopravvive per più di due anni.

Cancro alla mammella

Per quel che riguarda il cancro alla mammella, nei risultati finali presentati da Roche dell’analisi della sopravvivenza globale dello studio di fase III Inavo120, è emerso come inavolisib in combinazione con palbociclib e fulvestrant aumenta l’aspettativa di vita nelle pazienti di oltre il 30% rispetto alla combinazione di palbociclib e fulvestrant. A conti fatti, il tumore resta un temibile mostro, ma la medicina moderna sta lavorando alacremente affinché la sua pericolosità si riduca. E i risultati fanno ben sperare. Del resto, negli ultimi decenni si è riscontrata una riduzione della mortalità per tumore in Italia. Questo trend è dovuto a vari fattori, tra cui il miglioramento delle terapie, l’aumento della consapevolezza e della prevenzione, e l’adozione di screening più precoci.