È stato approvato dal Consiglio dei Ministri in via definitiva la riforma del voto in condotta per le scuole superiori, che entrerà in vigore già dall’inizio del prossimo anno scolastico.
Cosa prevede la riforma
Con la riforma, gli studenti delle scuole superiore che a giugno avranno un voto in condotta inferiore al 6 saranno automaticamente bocciati e dovranno ripetere l’anno. Chi avrà 6 dovrà portare il “compito di cittadinanza” a settembre consistente in un elaborato su tematiche di cittadinanza attiva, collegato ai motivi che hanno determinato il voto. Se il voto in condotta sarà insufficiente il primo quadrimestre, lo studente dovrà partecipare ad attività di recupero.
Il comportamento degli studenti sarà oggetto di valutazione durante tutto l’anno scolastico e terrà particolarmente in conto episodi di violenza o aggressione nei confronti del personale scolastico e degli altri studenti.
Per quanto riguarda l’esame di maturità, il voto in condotta andrà ad incidere direttamente sui crediti per l’ammissione all’esame, e il punteggio più alto potrà essere assegnato solo a chi avrà ottenuto un voto in condotta pari o superiore ai nove decimi.
Le sospensioni
Oltre al voto in condotta, la riforma rivede anche il funzionamento delle sospensioni, che da semplici sospensioni dalle lezioni in ottica punitiva diventano un’occasione di crescita personale ed educativa grazie ad attività di approfondimento sulle conseguenze dei propri comportamenti o lo svolgimento di attività di cittadinanza solidale presso enti o associazione individuati dalle scuole.
“È un segnale forte e chiaro: nella scuola italiana il rispetto per la persona e per le istituzioni è imprescindibile. Con questa riforma, il voto di condotta torna a essere un importante strumento educativo per far crescere cittadini responsabili e consapevoli. Vogliamo una scuola autorevole non autoritaria, in cui il merito, il rispetto e la centralità della persona sono fondamentali”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.