Il sussurro delle piante: scoperte le onde sonore dell’ansia verde

da | Ago 26, 2025 | Attualità

Chi l’ha detto che le piante stanno in silenzio? Per quanto la loro condizione trasmetta la più totale staticità, esse sono in continuo fermento, e, se si rende necessario, “urlano”. Quando sono sotto stress, per esempio per siccità o un taglio, emettono suoni ad altissima frequenza, totalmente fuori dalla gamma udibile per noi umani. A qualcuno potrebbe suonare come una teoria suggestiva ma priva di fondamento, invece gode di assoluta attendibilità scientifica.

Lo dice la scienza

Nel 2023, un team guidato da Lilach Hadany dell’Università di Tel Aviv ha dimostrato che piante come pomodoro e tabacco emettono clic ultrasonici, nei casi di stress idrico o taglio, ben visibili da sensori fino a 5 metri di distanza. Le piante idratate restano invece pressoché silenziose. Ma perché succede? Il meccanismo più accreditato è la cavitazione: la formazione e collasso di bolle d’aria nei vasi sotto tensione d’acqua, che generano scoppiettii ultrasonici.

Suoni inavvertibili

Detto ciò è evidente che, all’essere umano, questi suoni risultino inavvertibili, ma esistono specie capaci di percepirli? La risposta è sì: studi israeliani pubblicati su eLife mostrano chiaramente che le falene femmina sono in grado di percepire i suoni provenienti da piante disidratate. In risposta, esse preferiscono deporre le uova su piante silenziose, evitando quelle stressate. Le piante non solo emettono suoni, ma sono anche sensibili alle vibrazioni esterne.

Bioacustica vegetale

Per esempio, alcune specie aumentano la concentrazione di zuccheri nel nettare quando “sentono” il ronzio delle api, prediligendo i visitatori migliori e respingendo quelli che non impollinano. Questo fenomeno è detto bioacustica vegetale. A conti fatti, la missione dell’uomo rimane quella di imparare a comprendere e decifrare il linguaggio delle piante. Riuscendoci, avrebbe la chance di rivoluzionare l’agricoltura.

Sensori acustici a ultrasuoni

Sensori acustici a ultrasuoni potrebbero monitorare in tempo reale lo stato idrico delle colture, anticipando necessità di irrigazione o segnalando lesioni meccaniche; sarebbe una rivoluzione… Inoltre, si ipotizza che suoni artificiali, ad esempio di api “amiche”, possano stimolare le piante a produrre nettare più dolce o maggiore quantità, potenziando l’impollinazione naturale. Sapendo che “parlano”, chi guarderà più le proprie piante con gli stessi occhi?