L’acqua che scorre sulla pelle, il sapone che libera la sua fragranza, le bolle che volano in aria… Insomma, il rito della detersione è un momento magico, quasi catartico, tuttavia richiede un approfondimento… Più ci si lava, meglio è: questo è quanto suggerisce la leggenda, ma la realtà è ben altra, stando alla scienza. Sì, avete capito bene: lavarsi troppo non solo non porta ulteriori benefici, ma può addirittura danneggiare il nostro corpo.
Un organo complesso
La pelle non è semplicemente una barriera passiva, bensì un organo complesso, popolato da miliardi di batteri, funghi e microrganismi che formano il microbioma cutaneo. Uno studio pubblicato su Nature Reviews Microbiology ha dimostrato come questa flora microbica svolga un ruolo protettivo fondamentale: mantiene l’equilibrio immunitario e ostacola la proliferazione di patogeni. Detergenti troppo aggressivi e lavaggi frequenti possono alterare questo ecosistema, eliminando non solo lo sporco, ma anche i batteri “buoni”. Il risultato? Una pelle più secca, più reattiva e persino più vulnerabile a dermatiti ed eczemi.
Il parere dell’esperto
Il dermatologo Sandy Skotnicki, nel suo libro “Beyond Soap”, sottolinea che l’abitudine moderna di fare docce quotidiane e di insaponare tutto il corpo non ha basi scientifiche solide. Al contrario, porta alla rimozione dei lipidi naturali che mantengono la pelle elastica e idratata. Senza questi oli, la pelle si screpola e perde la sua capacità di difesa. Le conferme di ciò giungono anche da una ricerca della Harvard Medical School, dalla quale è emerso che “lavaggi troppo frequenti possono irritare la pelle, soprattutto nei climi freddi e secchi, e aumentare il rischio di infezioni cutanee”.
Quanto bisognerebbe lavarsi?
Insomma, quanto bisognerebbe lavarsi per essere sicuri di non causare danni simili a quelli già descritti? Effettivamente, non esiste una regola universale, ma diversi dermatologi concordano che lavare quotidianamente viso, ascelle, mani, piedi e zone intime è sufficiente. Il resto del corpo può essere deterso ogni due-tre giorni, salvo particolari esigenze. Secondo gli esperti, particolare attenzione andrebbe rivolta alla qualità dei prodotti usati, che sarebbe più importante della frequenza dei lavaggi: bisognerebbe preferire detergenti delicati, privi di solfati aggressivi, con pH vicino a quello cutaneo.
Costruzione culturale
Se in Occidente la doccia quotidiana è diventata la norma, in altri paesi non lo è affatto. Antropologi e sociologi notano come l’idea di pulizia, profumo e detersione sia in gran parte una costruzione culturale, altresì promossa dal marketing di saponi, bagnoschiuma e deodoranti. A darne conferma è uno studio dell’Università di Yale secondo cui, il concetto di “igiene”, cambia radicalmente da società a società. A conti fatti, più che una necessità, la doccia quotidiana è un’abitudine moderna. E, come in tutto, la virtù sta nel senso della misura: lavarsi quando serve, proteggendo l’equilibrio naturale del corpo.