Il mestiere di consulente del lavoro: ruolo, competenze e prospettive

da | Set 19, 2025 | Orientamento

Buste paga, assunzioni, dinamiche del mondo del lavoro… Ai più, argomenti di questo genere potrebbero risultare ostici, ma non al consulente del lavoro. Questa professione viene spesso percepita come “tecnica” e “fredda”, tuttavia è molto più vibrante di quanto si pensi. Il consulente del lavoro non si limita a compilare documenti: è un punto d’incontro tra persone, aziende e istituzioni, un interprete delle regole che cambiano continuamente. Esploriamo questa figura della quale molti disconoscono le effettive mansioni… Ufficialmente, il consulente del lavoro assiste aziende, studi professionali, enti e persino privati nella gestione di tutto ciò che riguarda il rapporto di lavoro.

I pilastri della professione

I pilastri del suo mestiere quotidiano la gestione delle buste paga e contributi (calcolare stipendi, ferie, TFR, contributi previdenziali e assistenziali), consulenza giuslavoristica (licenziamenti, assunzioni, contratti a termine, part-time, smart working). Ed ancora: adempimenti fiscali e previdenziali (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate: sigle che per molti fanno paura, ma per lui sono pane quotidiano. Cura tutte le comunicazioni obbligatorie e previene errori che possono trasformarsi in sanzioni), relazioni con enti e sindacati (gestione vertenze, accordi sindacali e trattative delicate). Fare bene questo mestiere non significa solo conoscere le leggi.

Mix di capacità

Serve un mix di precisione, problem solving, capacità comunicativa, empatia e diplomazia (virtù utili a mediare tra due mondi: quello del datore di lavoro e quello del dipendente). Adesso, uno sguardo ai guadagni medi di un consulente del lavoro… Lo stipendio varia molto a seconda dell’esperienza, della zona geografica e del tipo di clientela. In media, un neolaureato percepisce tra 1.000 e 1.300 euro al mese. Tali somme crescono nel caso dei consulenti junior, con 1-3 anni di esperienza: 1.500-2.000 euro. Consulenti senior con portafoglio clienti: 2.500-3.500 euro e oltre. Titolare di studio: qui non ci sono limiti, ma la forbice è ampia: dai 4.000 euro mensili fino a 10.000 euro o più per chi gestisce aziende medio-grandi.

L’iter per intraprendere la professione

Resta un altro importante interrogativo da soddisfare: come si diventa consulente del lavoro? Il primo step è la laurea, solitamente in Giurisprudenza, Economia o Scienze dei Servizi Giuridici. Ad esempio, potreste valutare la nostra laurea triennale in Consulente del Lavoro e Giurista d’Impresa. Il praticantato è obbligatorio: 18 mesi presso uno studio autorizzato. In ultimo, per l’iscrizione all’albo professionale, occorre svolgere l’Esame di Stato. Il consulente del lavoro è un po’ come un regista invisibile: tutto funziona grazie a lui, anche quando non si vede.