Marina Tamponi ha conseguito la laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione. ECampus? «Una benedizione», dice lei, che aveva sospeso gli studi, non riuscendo a conciliarli con lavoro e famiglia. Adesso che la corona di alloro le cinge il capo, progetta un futuro di espansione professionale. L’abbiamo incontrata…
Marina, parlaci del tuo percorso accademico...
«Non è stato semplice. Mi iscrissi alla Statale e, dopo un po’, subii una battuta d’arresto: lavorando molte ore al giorno, non riuscivo a conciliare gli impegni con lo studio. Una volta superati i primi cinque esami, dissi: “Stop, non ce la faccio più”».
Cosa ti ha convinto a riprovarci?
«Il rimpianto di non essermi laureata era diventato opprimente. Un giorno, navigando sul web, mi apparve la vostra pubblicità. Raccolsi informazioni sull’ateneo e decisi di tornare sui libri. Fu una scelta saggia, tanto che consigliai eCampus a molti amici, che ad oggi vi studiano. Se non avessi optato per l’università telematica, ne sarebbe andato della mia laurea: non credo che l’avrei mai conseguita».
Docenti, colleghi, tutor: queste figure ti sono state di supporto?
«Decisamente sì! ECampus è stata la mia oasi nel deserto. Venivo da un periodo di sconforto, in cui tutto mi sembrava impossibile. Poi, i vostri collaboratori mi hanno rassicurato. Cito con approssimazione: “Tranquilla, puoi serenamente studiare da casa, incastrando formazione e impegni”. Era esattamente ciò che avevo bisogno di sentire».
Che lavoro fai?
«Ho sempre svolto l’attività di educatrice. Una volta conseguito il diploma di maturità, dopo una fase di tirocinio, mi sono messa all’opera. Per evolvere professionalmente, in questo ambito, è indispensabile la laurea».
Qual è stato l’argomento della tua tesi?
«“Maria Montessori”, un’analisi-confronto tra i bambini che hanno ricevuto un’educazione montessoriana, per evidenziarne i benefici, e tutti gli altri».
Quali materie hai trovato più interessanti?
«Quelle tipiche del mio percorso di studi: dalla pedagogia alla psicologia. A darmi filo da torcere, facendo slittare la laurea di diversi mesi, è stata Linguistica italiana. Dovetti ripetere l’esame quattro volte. Sembravo destinata a non superarlo, ma poi decisi di dare prima tutti gli altri esami, lasciando quello come ultimo del percorso. Questa strategia mi ha favorito: la consiglio a tutti, con le materie “rognose”».
Che altri suggerimenti daresti, magari a chi, come te all’inizio, si sente scoraggiato?
«Di non mollare: lo dice una che ha pensato mille volte di farlo e che oggi, con una laurea in mano, si congratula con se stessa di aver tenuto duro. Fosse stato altrimenti, sono certa che mi sarei morsa le mani a vita».
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
«Continuerò a lavorare come educatrice. Nel frattempo, sto valutando di iscrivermi alla magistrale, probabilmente in Scienze pedagogiche».