“Euro digitale, sfida strategica per l’Ue”, l’articolo del Prof. Marco Margarita sulla rivista Ore12

da | Ott 16, 2025 | Attualità

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Marco Margarita, Prof. Straordinario di Diritto Tributario e Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Università eCampus, ha scritto un articolo sull’euro digitale e la sfida che esso costituisce per l’Ue. Riportiamo di seguito il pezzo pubblicato dal quotidiano Ore12.

Il sistema finanziario nel suo complesso, a partire dall’area chiave dei pagamenti, è in costante evoluzione. Complice l’attuale periodo storico, caratterizzato da una velocità senza precedenti nell’avanzamento tecnologico, tale processo di cambiamento e trasformazione assume una dimensione vorticosa che, se non ben compresa e affrontata in maniera efficace dai grandi decisori, a partire dai vertici politico­istituzionali, può risultare a tratti fuori controllo e sicuramente privata del suo potenziale di beneficio alla collettività.

La digitalizzazione

Perdipiù, la digitalizzazione, oltre ad avere un immediato e diretto impatto sotto l’aspetto delle modalità di pagamento, va di fatto a influire sui modelli di business e, a un livello ancora successivo ma non di meno rilevante, anche su dinamiche sociali, stili di vita e ‘cultura’ in senso lato, nonché da ultimo anche sotto il profilo fiscale.

La sfida dell’euro digitale

Assume quindi un rilievo particolare la sfida, attualmente aperta, dell’euro digitale. Sfida, a mio avviso, resa ancor più strategica, per non dire esistenziale, per l’Unione europea, data la peculiare congiuntura geopolitica che il Vecchio Continente sta attraversando.

Non possiamo dimenticare quanto gli ultimi anni siano stati inaspettatamente difficili e destabilizzanti: dalla pandemia all’invasione russa dell’Ucraina sullo sfondo di una complessiva messa in discussione di quello che possiamo vedere come l’architettura dell’ordine globale che, nel bene e nel male, ha retto dal dopoguerra ad oggi.

Mai come nel presente, inoltre, la dimensione economico-finanziaria a livello internazionale ha assunto un ruolo di primo piano per le sue implicazioni in termini geopolitici e di concreto impatto in termini di assetti di potere.

Le priorità

Dunque, alla luce delle criticità e delle opportunità che il mondo contemporaneo presenta, le priorità di natura finanziaria per l’Italia così come per l’Unione europea sono: autonomia strategica e sovranità monetaria. Una volta individuate le priorità bisogna poi, ovviamente, avere la capacità di visione, gli strumenti e quella necessaria miscela di volontà e forza politica per realizzarle.

L’euro digitale racchiude delle potenzialità che non possiamo permetterci di lasciare inesplorate. Innanzitutto, dobbiamo partire da una semplice costatazione di scenario ossia l’inarrestabile tendenza al proliferare di monete digitali non governative. Questo è un dato di fatto che possiamo solamente accettare, piaccia o meno. Il pensare di poter semplicemente ignorare o peggio fermare il flusso del cambiamento in atto in questo settore sarebbe negare l’avanzata tecnologica.

Soluzioni pragmatiche

Dunque, serve guardare al futuro e immaginare soluzioni pragmatiche che consentano un utilizzo virtuoso del potenziale che tali nuove tecnologie connesse alla digitalizzazione permettono di realizzare.

Ciò premesso, l’euro digitale, ovvero una moneta digitale governativa, costituisce una preziosa opportunità per l’Unione europea di indirizzare in maniera attiva il cambiamento e non subirlo passivamente.

L’euro digitale rappresenta, infatti, una evoluzione delle banconote in chiave digitale che non andrebbe a sostituire il contante, con altissime funzionalità in  termini di anonimato e utilizzabilità offline. Nel contesto, a fini di tutela della stabilità finanziaria complessiva, si è immaginato per l’euro digitale una soglia massima di disponibilità e l’assenza di remunerazione. A mio parere, uno dei maggiori vantaggi risiede anche nella possibilità di iniziare a curare quella che per me è una vera e propria malattia europea: la dipendenza di fatto da attori stranieri nei pagamenti.

La fotografia è inquietante: si pensi solamente al fatto che nell’Unione europea, secondo recenti dati della Banca centrale europea, circa due terzi dei pagamenti con carta avvengono attraverso l’intermediazione di un ristretto gruppo di grandi operatori extra europei.

È una dipendenza che non possiamo più permetterci anche a fronte dei destabilizzanti cambiamenti geopolitici che avvengono in parallelo e ad autentiche rivoluzioni nelle nostre società, si pensi solamente a quella dell’e-commerce nei pagamenti.

Un concreto ostacolo al proliferare di criptovalute

In questo contesto è innegabile che una moneta digitale europea – con particolare riferimento alla dimensione delle cripto-attività di ‘seconda generazione’, le stablecoin – rappresenterebbe un concreto ostacolo al proliferare di criptovalute più o meno affidabili, in uno scenario talora di dubbia provenienza delle somme e di alti rischi per la volatilità che le caratterizza. In tale quadro, si porrebbe quantomeno un argine a fenomeni di riciclaggio e a eventuali ipotesi di evasione fiscale. Il percorso tecnico e politico-legislativo per la realizzazione del ‘progetto euro digitale’ non è ancora compiuto. Dal punto di vista tecnico, la fase  preparatoria del progetto, autorizzata dalla Bee, si chiuderà a fine 2025 e, se ci saranno i presupposti, il Consiglio direttivo darà il via alla fase successiva. Per quanto riguarda, invece, il parallelo iter politico­legislativo, le istituzioni comunitarie saranno messe alla prova sia dal punto di vista dell’adozione in tempi celeri della necessaria normativa sia sotto l’aspetto del fondamentale consenso politico che servirà per portare a casa il risultato dal punto di vista formale e sostanziale.

Investimenti strategici

Questo è davvero il momento di puntare a investimenti strategici, come l’euro digitale, che rappresentano una necessità per il futuro.

Credo che in questo momento storico così particolare non possiamo tirarci indietro e dobbiamo raccogliere – con entusiasmo e spirito di servizio verso le nostre collettività – la sfida rappresentata dai nuovi strumenti che la tecnologia mette a disposizione. L’euro digitale e la necessità di futuro si stagliano sullo stesso orizzonte. È auspicabile che anche a livello europeo tale prospettiva risulti condivisa. Prendendo in prestito le parole di uno dei padri dell’informatica moderna, Alan Kay, possiamo concludere pensando che “Il modo migliore per predire il futuro è inventarlo”.