Giovedì 24 maggio 2018. Una giornata di studio Professione Giornalista. Lorenza Lei, mio prorettore, riesce in uno dei suoi capolavori. Riunisce attorno a uno stesso tavolo, nella sede romana di eCampus, il gotha del giornalismo italiano a partire dalla RAI . Spicca tra tutti il mitico Sergio Zavoli. Per chi come me ha vissuto gli albori della RAI e ne ha visto l’evolversi, non sempre in meglio, del palinsesto complessivo (troppo spesso condizionato dall’audience), il giornalismo di inchiesta è sempre stato un viatico per approfondire e comprendere quel che accadeva nel mondo. In particolare, il TV7 di Sergio Zavoli rappresentava un momento di arricchimento unico nel panorama di allora. Quel che colpiva in Zavoli era la capacità di andare oltre… spesso anche contro corrente nel dire con chiarezza ciò che molti non osavano neppure sussurrare! Era per me una lezione di vita! La verità disvelata ad opera di un giornalista televisivo, novello Ulisse, pioniere nell’esplorare terreni impervi e raccontarcene con chiarezza i risvolti meno noti.
In quei tempi di forti censure, Zavoli era già un gigante! Ora trovarmi accanto a lui. Ascoltare i suoi aneddoti raccontati con naturalezza ed efficacia comunicativa, pur alla sua tenera età, mi ha davvero commosso. I suoi esordi da cronista sportivo, ai tempi dell’indimenticabile Niccolò Carosio nel passaggio dalla radio al video. Il suo essere “vero” in ogni momento della professione. La sobrietà dell’esporre e dell’esporsi. Ecco che mi è apparso chiaro ciò che avevo intuito da spettatore non disattento. Il perché tutti lo chiamino “maestro”. Credo non solo di professione ma, forse ancor più, di etica e di vita. Quell’etica che purtroppo oggigiorno sembra non essere più così diffusa ad ogni livello della società (che può dirsi ancora civile?).
Un lunghissimo applauso ha dato un segno di affetto di straordinaria rilevanza. Su quest’onda ho avuto il privilegio di consegnargli una targa. Un premio alla carriera che eCampus ha ritenuto di conferirgli su proposta della carissima collega e amica Lorenza Lei. Un abbraccio finale ha sancito, quasi da figlio a padre, che anch’io nel mio piccolo, ho cercato nella vita professionale e accademica (ma anche con la rivista Galileo, che ho l’onore di dirigere da quasi trent’anni) di essere me stesso fino in fondo, costruendo ponti fisici e metafisici, ma soprattutto “umani” in particolare con i miei studenti dai quali tanto ho ricevuto e tanto ho imparato.
Tant’è che oggi, da rettore-ponte di eCampus, dell’Università-ponte per antonomasia, sto promuovendo con determinazione non solo la terza missione nel rapporto con il mondo del lavoro, ma forse ancor più importante, una “quarta missione” come “ponte virtuale” verso i cittadini. L’Università che già oggi cavalca il futuro, viene incontro agli studenti entrando nelle loro case quasi a far parte della stessa loro “famiglia”. È, questo, un ruolo etico-sociale di altissimo valore per diffondere ovunque (e non solo in Italia) il sapere e il saper fare fino al saper far fare. Con ciò quindi, far crescere ancora di più la cultura dell’essere orgogliosamente ITALIANI. Di questo dobbiamo essere fieri, rigettando sciocchi stereotipi di chi non sa cogliere nulla della nostra vera identità. Ecco, anche in questo il maestro Sergio Zavoli è stato di esempio per intere generazioni. Grazie Sergio per quel che ci hai insegnato e mai dimenticheremo.
Giovedi 5 agosto 2020. Apprendiamo con sgomento che il Maestro ci ha lasciati.
Enzo Siviero
Rettore dell’Università eCampus
Fonte Foto: Rainews.it – Paolo Tre/A3/Contrasto