Una professione che è travolta dalle ricerche avanzate dai grandi e dai piccoli player, un mercato del lavoro in espansione vertiginosa, la necessità di alta formazione e di propensione al contesto internazionale: diventare pilota d’aereo per voli di linea oggi è una garanzia di occupazione qualificata in tutto il mondo. Secondo la rilevazione 2017 CAE, soltanto in Europa, servono a oggi 50mila piloti formati in più dell’attuale parco operativo. Il settore aereo sta evolvendo a velocità vertiginose, la domanda è intensa, diffusa e richiede un’alta soglia di formazione, secondo gli standard odierni e presumibilmente futuri.
Secondo le stime dell’International Air Transport Association (IATA), l’organizzazione che unisce e tutela la maggioranza delle compagnie aeree, nel 2017 hanno preso un aereo quasi 4.1 miliardi di persone in tutto il pianeta, ovvero circa 500 milioni più che nel 2015. I passeggeri sono stati ospitati su 28.645 velivoli, circa 2mila più che nel 2015. Incrementa anche il numero delle tratte di collegamento tra gli scali: dai 17.711 del 2015 ai quasi 20mila del 2017.
«Va tenuto presente che, a confronto di vent’anni fa, l’aumento è valutabile nell’ordine del 100%» annota il rapporto IATA.
In Italia lavorano oltre 3.200 piloti. Si assiste a una rapidissima evoluzione del un settore, che fatica a trovare professionisti anche in momento di rapida crescita. I costi per cominciare il mestiere di pilota di linea si assestano su una fascia alta, tra 80mila e 120mila, a fronte di una media stipendi tra le più alte nel mercato del lavoro: un pilota di linea guadagna tra i 30 e i 36mila euro annui, quindi tra i 2500 e i 3000 euro mensili, che tuttavia segnalano punte di 7mila euro al mese, come accade ai i piloti che operano su voli intercontinentali. Allo stipendio va sommato un premio a fine anno o i bonus. Lo stipendio dipende da molte variabili, a partire dalle tratte. I piloti che lavorano su tratte brevi ottengono stipendi più bassi, mentre i driver di voli internazionali o intercontinentali ricevono paghe più elevate. In compenso questi piloti hanno molti più giorni di riposto tra un turno e l’altro. A queste cifre sono poi da aggiungere i benefit che scattano quando si atterra in una nazione straniera. Infine si deve tenere conto dell’anzianità di lavoro, che porta gli stipendi anche al di sopra dei 10mila euro netti al mese (fonte: Economia Italia). Una media che vale anche per le retribuzioni dei piloti di jet privati, licenziati CPL.
Del resto recentemente una rilevazione statunitense ha concluso che un pilota attualmente in formazione, se gestisce correttamente la propria carriera nei prossimi 44 anni, è destinato a un cumulo di stipendi per una cifra che si aggira intorno ai 7 milioni di dollari. Secondo PilotJobs, un primo ufficiale passa in media da una retribuzione di circa 30mila dollari il primo anno a una media di quasi 50mila dollari entro il quinto anno di lavoro.