Frances Haugen, la “talpa” di Facebook, ha testimoniato davanti al Parlamento Europeo dopo aver parlato al Congresso americano e al Parlamento del Regno Unito.
Nell’audizione lunga più di due ore e mezza, Haugen ha messo in luce le falle nei sistemi di sicurezza del gigante tech californiano e ha elogiato l’enorme potenziale delle norme europee sui servizi digitali (Digital Services Act, Dsa). Secondo Haugen, queste norme “possono essere un’opportunità per cambiare per sempre il mondo digitale, per costringere le piattaforme a innovarsi non più solamente secondo la legge del profitto e per salvare le nostre democrazie”.
“Facebook sa come cambiare il sistema, ma non lo fa.”
La scienziata ha attaccato Facebook, accusandolo di aver messo al primo posto i profitti, non la sicurezza dei suoi utenti, perché altrimenti “crescerebbe meno”. Stando a Haugen, il problema fondamentale è che nessuno all’esterno, neanche governi e autorità, sa cosa succeda realmente all’interno di Facebook. Le conseguenze della mancanza di trasparenza e della decisione di dare la precedenza assoluta al profitto sono estremamente negative: sulla piattaforma, infatti, i contenuti che sono favoriti portano al proliferare di fenomeni come la disinformazione, l’estremismo, la polarizzazione e l’incitamento all’odio.
A questo proposito, Haugen ha spiegato: “Le persone sono attratte ad interagire maggiormente con contenuti estremi piuttosto che contenuti più moderati. Quando succede questo, diamo molto più spazio sul forum pubblico ai contenuti più estremi, più polarizzanti e più controversi. Ciò accade anche con le pubblicità perché le pubblicità che hanno più engagement costano meno. Fare una campagna politica basata sull’odio, sulla rabbia e controversa costa dalle 5 alle 10 volte in meno rispetto ad una campagna basata sull’empatia e la compassione”.
I documenti forniti da Haugen, inoltre, dimostrano che Facebook è al corrente dei danni che la piattaforma ha causato e causa tutt’ora. Per esempio, il social sa che il sistema che lo regola mostra agli adolescenti contenuti collegati ai disturbi alimentari come l’anoressia. In una ricerca interna del 2020, “il 32% delle adolescenti ha dichiarato che quando si sentivano male per il loro corpo, Instagram le faceva sentire peggio”. E ancora: “Gli adolescenti incolpano Instagram per l’aumento del tasso di casi di depressione e disturbi d’ansia. Questa reazione era spontanea e coerente in tutti i gruppi”.
Le possibili soluzioni e il futuro di Facebook
Una delle soluzioni proposte da Frances Haugen è di rendere accessibili e pubblici gli algoritmi che regolano i contenuti. “L’accesso ai dati è solo il punto di partenza. È ciò che consente ai ricercatori e agli organi di regolamentazione di valutare i rischi e i danni dell’intero sistema di profilazione, targeting e classificazione basata sull’engagement”, ha dichiarato.
Concludendo la sua presentazione, Haugen ha affermato: “Se ci sono solo due lezioni che tutti dovrebbero imparare dalle mie rivelazioni sono queste: primo, Facebook sceglie il profitto sulla sicurezza ogni giorno e senza atti coraggiosi da parte dei legislatori questa scelta continuerà. Secondo, Facebook ha sfruttato la sua abilità nel nascondere il vero comportamento della piattaforma, così facendo ha permesso che la nostra sicurezza si sia corrosa a livelli inaccettabili. Se a Facebook verrà permesso di continuare ad operare nell’oscurità, assisteremo solo ad un’escalation di tragedie.”