Il telescopio più potente al mondo, il James Webb Space Telescope (JWST), ha tolto di nuovo il fiato alla comunità scientifica mondiale, catturando due galassie primitive risalenti a 350-450 milioni di anni dopo il Big Bang.
“Un nuovo capitolo dell’astronomia”
Le galassie sono tra le più antiche mai osservate e sono state identificate grazie all’analisi del lontanissimo ammasso di galassie chiamate Abell 2744. L’importanza di queste due galassie è stata spiegata in due ricerche, guidate da Marco Castellano dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Roma, Italia, e Rohan Naidu dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge, Massachusetts, pubblicate su Astrophysical Journal Letters.
“Sulla base di tutte le previsioni, pensavamo di dover cercare in un volume di spazio molto più grande per trovare queste galassie”, ha dichiarato Castellano. “Queste osservazioni fanno esplodere la testa. È un capitolo completamente nuovo dell’astronomia. È come uno scavo archeologico e improvvisamente si scopre una città perduta o qualcosa di non si sapeva nulla. È semplicemente sbalorditivo”, ha aggiunto Paola Santini, quarta autrice dell’articolo GLASS-JWST di Castellano et al.
Ma la ragione della incredibile luminosità di queste galassie è ancora un mistero che mette in discussione la nostra comprensione della formazione delle galassie fino ad oggi. Secondo una prima ipotesi, all’interno dell’universo primordiale esistevano un numero insolito di galassie molto più luminoso del previsto. Se fosse così, i ricercatori ritengono che per il telescopio Webb sarà più facile scovare altre galassie primordiali.
L’esplorazione di un’epoca vicina al Big Bang
“Stiamo esplorando un’epoca a poche centinaia di anni dal Big Bang che in parte era sconosciuta e in parte a malapena esplorata, con molte incertezze al limite delle possibilità dei telescopi precedenti”, ha sottolineato Castellano. Uno degli obiettivi del JWST è proprio questo: cercare di capire come sono nate non solo le stelle, ma anche le prime galassie dopo il Big Bang e come si sono evolute.
“Abbiamo trovato qualcosa di incredibilmente affascinante. Queste galassie avrebbero dovuto iniziare a riunirsi appena 100 milioni di anni dopo il Big Bang. Nessuno si aspettava che i secoli bui sarebbero finiti così presto”, ha dichiarato Garth Illingworth dell’Università della California a Santa Cruz, membro del team Naidu/Oesch. “L’universo primordiale avrebbe avuto solo un centesimo dell’età attuale. Si tratta di un frammento di tempo in un cosmo in evoluzione da 13,8 miliardi di anni”.
Per misurare con certezza la distanza di queste due galassie ci vorrà ancora un po’. Nel frattempo, possiamo goderci ancora una volta l’incredibile spettacolo che l’universo ci offre.