Album di famiglia, filmati, gli appunti per la tesi di laurea. Questi cimeli esposti nella mostra Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della Democrazia dipingono il ritratto di Giacomo Matteotti, leader socialista, deputato e segretario del Partito Socialista Unitario (Psu), ucciso per la sua opposizione al fascismo.
La mostra a Palazzo Braschi
In occasione del centenario della sua morte avvenuta il 10 giugno 1924, l’esposizione in mostra fino al 16 giugno 2024 presso il Museo di Roma Palazzo Braschi ripercorre la vita, le lotte e la carriera del leader socialista unitario.
Nel percorso espositivo sono presenti diversi materiali inediti mai mostrati prima: fotografie, manoscritti, oggetti, libri d’epoca, articoli di giornali e riviste, filmati e documentari, opere d’arte, sculture, ceramiche, quadri, nonché brani musicali dedicati a Matteotti.
L’esposizione è a cura di Mauro Canali con il coordinamento di Alessandro Nicosia e racconta la profonda dignità e l’alto senso civico che Matteotti dimostrò in un tragico momento della nostra storia, diventando l’archetipo dell’avversario tenace del fascismo.
Le quattro sezioni
La mostra Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della Democrazia è suddivisa in quattro sezioni per ripercorre ed approfondire la sua vita e il drammatico passaggio dallo Stato liberale alla dittatura fascista.
La prima sezioni, Il giovane Matteotti, racconta il suo impegno a favore di braccianti e mezzadri, la sua carriera accademica, l’attività per il settimanale del socialismo di Polesine “La Lotta” e la sua adesione al Partito Socialista.
Si passa poi alla sezione Impegno politico nazionale 1919-1924 che esplora da un lato la sua azione politica contro il fascismo, di cui Matteotti intuì immediatamente il pericolo mortale per le istituzioni democratiche, e la sua attività parlamentare.
In Sequestro e morte 1924-1926 ripercorre gli ultimi tragici anni, partendo dall’affermazione alle elezioni del 1924 del Psu come il partito più forte della sinistra. È presente il celebre discorso del 30 maggio 1924 in Parlamento in cui Matteotti denunciò i brogli e le violenze fasciste, fino al suo sequestro il 10 giugno 1924 a Roma, al suo assassinio e poi al ritrovamento del cadavere il 16 agosto 1924 e al processo-farsa di Chieti.
Chiude la mostra la sezione Il mito di Matteotti che analizza il lascito fattuale e ideale del politico, dalle commemorazioni alle Brigate Matteotti fino alla perdurante residenza nell’immaginario collettivo perché, come lui stesso ebbe a dire: “Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai… La mia idea non muore”.
Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della Democrazia è visitabile fino al 16 giugno presso il Museo di Roma Palazzo Braschi.