Sono 36 milioni gli italiani che scelgono di mettersi in viaggio tra giugno e settembre 2024, e il 90% di loro sceglie di rimanere in Italia per trascorrere le vacanze, per un giro di affari di 40,6 miliardi di euro. Tuttavia, il caro prezzi si fa sentire sempre di più: il 44,8% non si muoverà. Questi sono i dati principali che emergono da una ricerca svolta da Tecnè per conto di Federalberghi.
Le mete preferite e la spesa media
Il Belpaese rimane la meta preferita per 9 italiani su 10. Toscana, Emilia Romagna, Sicilia, Puglia, Campania, Trentino Alto Adige e Sardegna sono tra le regioni più gettonate, con la stragrande maggioranza (80,7%) che sceglie il mare, il 13,1% la montagna, laghi e località termali, mentre solo il 3,3% opta per città d’arte e cultura.
Per quanto riguarda la tipologia di alloggio, più di un italiano su quattro si farà ospitare da parenti e amici. Il 27,2% pernotterà in albergo e il 12,8% in una casa di proprietà. Gli altri, a seguire, privilegiano B&B, affitti brevi, residence, villaggi turistici e il campeggio.
Secondo la ricerca, le vacanze in media non solo sono sempre più brevi, ma sono anche più frequenti. Un terzo, infatti, farà un periodo di vacanza oltre quello principale che, in media, dura all’incirca una decina di giorni e costa complessivamente 866 euro a persona.
I rincari pesano tantissimo
Costi che per molti sono davvero proibitivi: il 44,8% degli italiani, infatti, non farà nessuna vacanza quest’estate. La maggior parte di loro è costretta a rimanere a casa per mancanza di liquidità (54,3%), per motivi di salute (27,3%) o per motivi familiari (20,1%).
“I rincari del settore turistico pesano come un macigno sulle vacanze estive degli italiani, spingendo una fetta crescente di popolazione a rinunciare del tutto alle partenze e determinando un aumento della spesa complessiva per chi, invece, decide di regalarsi una villeggiatura tra giugno e settembre”, ha dichiarato il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso.
“La stangata che ha interessato prezzi e tariffe di tutto il comparto turistico, dai trasporti agli alloggi, passando per stabilimenti, ristoranti e servizi vari da un lato porta un maggior numero di famiglie a rinunciare del tutto alle partenze, dall’altro modifica profondamente le abitudini degli italiani che, per far fronte ai rincari, abbandonano le vacanze lunghe concentrate ad agosto, preferendo pochi giorni fuori casa e scegliendo di spostarsi anche in mesi alternativi come giugno e settembre, quando le tariffe sono più basse”.