Un nuovo farmaco potrebbe rivoluzionare la lotta contro l’HIV. Stiamo parlando di Lenacapavir, un farmaco sviluppato dall’azienda biofarmaceutica Gilead, in grado di prevenire al 100% la contrazione dell’HIV nelle donne.
Efficacia del 100%
Secondo i risultati dello studio di fase 3 pubblicati sul New England Journal of Medicine, bastano due iniezioni di Lenacapavir all’anno perché il farmaco fornisca una protezione totale contro le infezioni da HIV, dimostrando un’efficacia del 100%.
Lo studio, chiamato Purpose 1, ha coinvolto oltre cinquemila ragazze e giovani donne del Sudafrica e dell’Uganda. In modo casuale alcune di loro hanno ricevuto iniezioni di Lenacapavir ogni 26 settimane, altre hanno assunto farmaci giornalieri contro l’HIV sotto forma di pillola.
Delle 2,134 donne sieronegative che hanno ricevuto le iniezioni del farmaco, nessuna ha contratto l’HIV durante l’intero periodo della sperimentazione, un risultato senza precedenti.
Un importantissimo passo avanti
“Con zero infezioni e un’efficacia pari l 100%, Lenacapavir somministrato due volte l’anno ha dimostrato il suo potenziale come nuovo, rilevante strumento per aiutare a prevenire le infezioni da HIV”, ha scritto Merdad Parsey, direttore medico di Gilead.
“Si tratta di un’ottima opzione, molto conveniente perché può essere somministrata solo una volta ogni sei mesi”, ha dichiarato a CNN Dr. Dran Barouch, direttore del Center for Virology and Vaccine Research del Beth Israel Deaconess Medical Center.
“Ma credo che sia importante rendersi conto che questi dati riguardano solo la prevenzione nelle giovani donne. C’è un altro studio in corso, che non è stato ancora pubblicato, sugli uomini. Quindi, attendiamo ulteriori dati per conoscere l’efficacia della prevenzione anche negli uomini”.
“Penso che le persone ad alto rischio, che non prendono ancora la PrEP (cioè una pillola giornaliera per prevenire le infezioni di HIV, ndr) sia un’opzione valida perché è più conveniente, se questo era il motivo per cui non erano interessati alla PrEP in precedenza”, ha concluso Barouch.
Insomma, come scritto da Roberto Burioni, “Immaginarlo 35 anni fa era pensare a un miracolo. Invece è la realtà, una fantastica conquista della scienza”.