È stato sottoscritto in via definitiva all’Aran il Contratto nazionale di lavoro per l’Area Istruzione e Ricerca per il triennio 2019-2021. Tra le novità, il CCNL stabilisce un aumento dello stipendio dei dirigenti scolastici di circa 240 euro lordi al mese, mentre gli arretrati saranno oggetto di trattamento nel corso della contrattazione integrativa.
Stipendi aumentati
Nel nuovo CCNL, che riguarda all’incirca 6.500 unità di personale, gli aumenti retributivi medi sono del 3,78% e vanno da 84 euro lordi per le 13 mensilità del 2019, poi a 130 euro dal 1° gennaio 2020, e poi a 135 euro a partire dal 1° gennaio 2021.
Per quanto riguarda lo stipendio tabellare annuo lordo, il nuovo valore stabilito è parti a 47.015,73 euro, mentre la retribuzione di parte fissa è rideterminata in 13.345,11 euro.
Le altre novità
Nell’ambito della mobilità interregionale dei dirigenti scolastici, il nuovo CCNL raddoppia dal 30 al 60% la percentuale di posti riservati annualmente, nei ruoli della regione richiesta, fatta salva la capacità assunzionale e, dunque, i contingenti dei posti regionali messi a concorso.
Viene esteso, inoltre, il lavoro agile e sarà possibile usufruire di un tutor esperto per i dirigenti neoassunti nei primi due anni di esercizio. Questa figura mentore dovrà avere almeno dieci anni di anzianità e opera su base volontaria.
Novità anche per le relazioni sindacali, con cui “l’accordo introduce più ampi ambiti di informazione, confronto e contrattazione integrativa. Le parti, inoltre, hanno ritenuto opportuno valorizzare l’Organismo paritetico dell’Innovazione, che viene reso obbligatorio, confermandone la costituzione presso il MIM per il settore scolastico e costituendolo ex novo presso il MUR per Università e Afam e presso i singoli enti per il settore Ricerca.”, spiega Aran.