È un pessimo record quello presentato nel rapporto Education at a Glance 2024 dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Le ragazze e donne italiane ottengono migliori risultati scolastici, ciononostante hanno più difficoltà a trovare un lavoro e in media guadagnano di meno rispetto ai colleghi.
E in più, il livello d’istruzione dei genitori ha ancora un forte impatto sul rendimento scolastico dei figli, i docenti sono in media sono più anziani rispetto gli altri Paesi membri dell’Ocse, e lo Stato spende meno per l’istruzione rispetto la media.
Il gap salariale tra donne e uomini
In generale, le ragazze e le donne hanno risultati scolastici migliori rispetto ai coetanei, e a scegliere di proseguire gli studi ottenendo lauree o qualifiche terziarie sono di più le donne. Tuttavia, quando è il momento di entrare nel mercato del lavoro il quadro cambia totalmente.
Le donne tra i 25 e 34 anni hanno meno probabilità di essere occupate rispetto agli uomini, soprattutto se hanno un livello di istruzione inferiore al secondario superiore, e ancora di più se hanno raggiunto un livello di istruzione superiore. In Italia, solo il 36% delle giovani donne che hanno un livello d’istruzione inferiore al secondo superiore è occupato, contro il 72% dei giovani uomini.
E il gap salariale delle giovani donne che hanno una qualifica terziaria (cioè una laurea o titolo equivalente) e i colleghi è enorme: guadagnano in media il 58% del salario dei loro coetanei maschi, il gap più grande in tutta l’Ocse dove la media è l’83%.
Il livello d’istruzione dei genitori
Conta ancora molto il livello d’istruzione dei genitori. Il 69% di chi ha più di 25 anni e che ha almeno un genitore con una laurea, ha a sua volta conseguito una laurea o un titolo equivalente. Mentre solo il 52% di chi ha un genitore con livello secondario superiore o post secondario non terziario e il 10% di chi ha genitori senza titoli scolastici ha conseguito una laurea.
Insomma, se almeno un genitore ha conseguito una laurea, le probabilità che i figli ottengano loro stessi una laurea è molto superiore.
I dati sulla scuola
I docenti italiani in media sono più anziani, con il 53% di insegnanti di più o oltre 50 anni in Italia rispetto al 37% della media Ocse in tutti i livelli d’istruzione. Attualmente, i docenti over 50 nell’istruzione primaria sono il 57%, nella scuola secondaria inferiore sono il 48%, mentre nella scuola secondaria superiore sono il 54%.
Per quanto riguarda il rapporto studenti-insegnanti, in Italia si registrano 11 studenti per ogni insegnante nell’istruzione primaria e nella secondaria inferiore, mentre nella secondaria superiore il rapporto è 10 a 1.
Il rapporto presenta poi un quadro salariale degli insegnanti, stipendi che sono aumentati in termini nominali dell’8% per gli insegnanti con 15 anni di carriera. Tuttavia, a causa dell’inflazione negli ultimi otto anni il salario è diminuito del 6%.
La spesa italiana per l’istruzione
L’Italia poi spende poco per l’istruzione. Solo il 4% del Pil – rispetto a una media del 4,9% – è destinato all’istruzione, con una spesa media annuale di 12.760 dollari per ogni studente rispetto alla media di 14.209 dollari dei Paesi Ocse.
In controtendenza rispetto gli altri Paesi membri dell’Organizzazione, in cui la spesa aumenta in base al livello d’istruzione, l’Italia fa il contrario, spendendo maggiormente nell’istruzione primaria con 13.799 dollari per studente.