Ha aperto nel cuore di Roma, a pochi passi da Piazza della Repubblica, Gamm, il museo dedicato ai videogiochi più grande di Italia. Un vero e proprio paradiso per gli appassionati di videogame: oltre 700 metri quadri, più di 120 schermi tra postazioni di gioco, monitor, totem interattivi, monitor e ledwall, tutto per creare un’esperienza altamente immersiva che permette ai visitatori di immergersi nel mondo dei videogiochi.
Le tre aree tematiche
Il Gamm è suddiviso in tre aree tematiche interconnesse: Gammdome, Path of Arcadia (Parc) e Historical Playground (Hip).
Nella prima area, Gammdome, i visitatori possono esplorare la storia dei videogiochi dagli albori ad oggi, anche attraverso i pezzi unici della collezione museale, e analizza l’impatto del gaming online e degli eSport sulla cultura, musica e la storia. All’interno di questa sezione si trovano poi più di 30 contributi video da esperti del settore come Don Daglow, Warren Spector e Denis Dyack, che raccontano l’evoluzione dell’industria.
La seconda area, Parc, è dedicata all’epoca d’oro dei giochi coin-op, cioè i classici videogiochi che si trovavano nei bar e nelle sale giochi tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta. Qui si trovano oltre 20 cabinati arcade, che raccontano l’evoluzione di questi videogiochi attraverso i titoli più iconici di quegli anni.
Hip è la terza e ultima area che ha lo scopo di mostrare come funzionano il gameplay, il game design, come si struttura una narrazione all’interno di un gioco e le logiche di design che li regolano. Spazio poi all’evoluzione dei computer da gioco e alle ultime tecnologie di realtà virtuale.
Tutti i giochi presenti nel museo sono accessibili tramite postazioni interattive che permettono di giocare sia in modalità single player che multiplayer.
I videogame come forma d’arte
“Da sempre, Roma è stata la culla del nostro patrimonio artistico e culturale. Oggi, con Gamm, la città si apre a una nuova tipologia di cultura, celebrando il videogioco come forma d’arte interattiva. Un museo che non si limita a esporre console e videogiochi, ma che offre un’esperienza immersiva attraverso la storia, la tecnologia e il gameplay delle opere interattive”, ha dichiarato Marco Accordi Rickards, direttore del museo e co-fondatore di Kabuto, start-up innovativa e tecnologica che gestisce il Gamm.
Particolare attenzione è stata prestata anche ai contenuti, che sono stati progettati per gli studenti delle scuole per offrire un’esperienza educativa su misura, stimolando la creatività e incoraggiando lo sviluppo del pensiero critico.
A questo proposito ha commentato così Raoul Carbone, co-fondatore di Kabuto: “Noi di Kabuto da sempre ammiriamo la capacità dei videogiochi di unire tecnologia e creatività e con Gamm abbiamo voluto creare un luogo che riflettesse questa dualità”, aggiungendo che il museo è stato progettato “in modo versatile per ospitare anche eventi differenziati per scuole e professionisti, oltre a ospitare mostre tematiche che cambieranno ciclicamente. Insomma, un luogo che continua a evolversi, in linea con il settore stesso”.