Quanto vive un cane? Ecco le razze più longeve

da | Gen 8, 2025 | Attualità

È l’ineluttabile destino delle nostre bestiole domestiche: dopo averle amate e coccolate dobbiamo salutarle per sempre, poiché il loro arco di vita è decisamente più breve del nostro. Oggi è in particolare sui cani che vogliamo soffermarci… Vi siete mai chiesti quale sia la loro aspettativa di vita? Gli scienziati sì, e ne hanno concluso che tale dato subisce variazioni in base alla razza dell’esemplare. I meno longevi? I pelosetti dal muso corto e schiacciato. Simili fattezze sono state selezionate nei secoli perché considerate graziose da noi umani, ma possono causare l’insorgere di problemi di salute, soprattutto di natura respiratoria. Il bulldog, tra i più apprezzati dall’uomo, vive mediamente 9,8 anni; ad esso seguono pinscher (9,3), mastino napoletano (9,3) e cane corso (8,1).

Lo studio

Pubblicati sulla rivista Scientific Reports, tali rilevamenti portano la firma di un’equipe dell’associazione inglese Dogs Trust, che si occupa di salvare cani randagi e trovare loro una nuova casa. Lo studio è stato condotto raccogliendo dati da più di 500.000 esemplari che vivono in Inghilterra. I risultati riguardano più di 150 tra razze e ibridi, e dicono innanzitutto che la durata media della vita di un cane è di 12 anni e mezzo: 12,7 per le femmine e 12,4 per i maschi, per la precisione. La razza più longeva, sempre stando ai dati dello studio, è il Lancashire heeler, nata negli anni Sessanta del secolo scorso dall’incrocio tra il Manchester Terrier e il corgi: vive in media 15,4 anni. Seguono il Tibetan spaniel, con 15,2, e il bassotto, con 14. Ma torniamo a un argomento controverso: il muso di fido, che, se troppo schiacciato, finisce per divenire più un limite che una virtù.

Il carlino

Tra le razze in cui questa caratteristica è più che mai accentuata vi è senz’altro il carlino. Uno studio del Royal Veterinary College ha scoperto è che i carlini hanno una probabilità di ammalarsi che è quasi due volte superiore a quella di altre razze non brachicefale; in alcuni casi, come quello dell’ostruzione delle vie respiratorie, il rischio per questa razza è 50 volte superiore. Secondo gli autori dell’indagine, il problema del carlino è che la nostra selezione ne ha rimpicciolito alcune parti (il cranio, in particolare) senza ridurre proporzionalmente anche il resto del corpo.