È accaduto nel 1996, ma ancora se ne parla: durante l’asportazione di un istiocitoma fibroso maligno (una rara forma di sarcoma dei tessuti molli, con circa 1400 diagnosi all’anno) dall’addome di un paziente, un chirurgo si ferì accidentalmente a una mano. Cinque mesi dopo, da quella stessa mano cominciò a formarsi una protuberanza di 3 cm di diametro, nell’identico punto della ferita.
Gli esami sulla massa diedero un esito inaspettato e sconvolgente: non solo si trattava dello stesso tipo di cancro asportato dal paziente tempo addietro, ma le cellule erano geneticamente identiche. Per il giovane malato operato nei mesi precedenti, il decorso della patologia si rivelò fatale, quanto al medico che contrasse il cancro intervenendo sul suo caso, fortunatamente guarì.
Caso paradossale
Più che di caso raro, si dovrebbe parlare di caso unico, isolato, perfino paradossale. Gli specialisti fornirono questa spiegazione: durante l’operazione le cellule tumorali entrarono nel taglio e vennero per così dire trapiantate. Avrebbe dunque dovuto presentarsi una reazione di rigetto, come consuetudine con i tessuti trapiantati, ma ciò non avvenne.
Una chiosa giornalistica dell’epoca basta a spiegare le dinamiche di questo incredibile fenomeno: “Nel caso del chirurgo si sviluppò un’intensa reazione infiammatoria nel tessuto circostante il tumore, ma la massa tumorale crebbe, suggerendo una risposta immunitaria antitumorale inefficace. Il tumore potrebbe essere sfuggito alla distruzione immunologica attraverso vari meccanismi”.
Il cancro non si può trasmettere
Onde evitare inutili allarmismi, è imperioso puntualizzare: il cancro non si può trasmettere. Ad affermarlo sono gli specialisti, i quali spiegano che diverse forme tumorali sono dovute a una combinazione tra fattori genetici e ambientali: familiarità, stile di vita e ambiente in cui si vive, fattori che di per sé non sono contagiosi.
Tuttavia esistono alcuni tipi di cancro di origine virale, come il papillomavirus umano (HPV) o l’epatite B e C. Ma non basta il contatto con un malato per contrarre la patologia. Nel caso del papillomavirus, la trasmissione avviene per via sessuale. L’aptite B e C si trasmette invece col sangue infetto.