Annalisa Diaferia, neolaureata in Scienze dell’Educazione, definisce “una rivincita” il titolo di studi appena conseguito. Infatti, ella taglia il traguardo della laurea alla soglia dei 50 anni, tirando fuori dal cassetto un sogno che lì c’era rimasto dai tempi del liceo. Ha accettato di parlarcene…
Annalisa, cosa rappresenta per te la laurea?
«Le do il valore di un riscatto, una rivincita. Volevo assolutamente giungere a questa tappa, ma capita che la vita stravolga i programmi. Da giovanissima mi iscrissi alla statale, ma, dopo aver dato qualche esame, abbandonai gli studi. Nel frattempo misi su famiglia».
E circa tre anni fa hai ripreso gli studi. Perché Scienze dell’Educazione?
«Feci un corso per diventare Operatore socio sanitario (0SS) e mi si aprì un mondo, da lì, la decisione di riprendere a studiare e di approfondire le mie competenze in tema di educazione. Tra figli e turni di lavoro, sapevo che non sarebbe stata una passeggiata, perciò iscrivermi a eCampus mi sembrò l’alternativa più assennata. Mi ha permesso di conciliare il lavoro di OSS con la formazione universitaria».
Ti sei mai lasciata prendere dallo sconforto di non farcela?
«Sì, decisamente. Rimettersi in gioco in tarda età è una scelta coraggiosa, che talvolta può destabilizzare. Fortunatamente, i tutor mi hanno offerto il supporto di cui avevo bisogno. Oltre che a loro, devo dire grazie a me stessa per la grande forza di volontà con cui ho affrontato questa sfida».
Questa laurea ti consentirebbe anche di insegnare, ci hai pensato?
«Mi piacerebbe, ma continuare con una specialistica sarebbe oneroso, vista la vita che conduco. La voglia è tanta, ma gli impegni sono di più. Però, c’è una novità: a breve comincerò a lavorare in un centro diurno socioriabilitativo per minori psichiatrici, non più come OSS, bensì educatrice».
Su cosa hai sviluppato la tesi?
«Sulla chiusura dei manicomi in seguito alla legge Basaglia. Il mio relatore mi è stato di grande aiuto, nella stesura, essendo docente di discipline demoetnoantropologiche».
È difficile diventare educatore di comunità?
«Nient’affatto! C’è tanta richiesta di queste figure professionali, che purtroppo scarseggiano, non essendo sufficientemente remunerate. Speriamo in un cambio di rotta, poiché è un lavoro molto gratificante, umanamente parlando».
Qual è il tuo feedback su eCampus?
«Ottimo! Vorrei sfatare un mito: non è vero che ci si laurea senza studiare, anzi! Personalmente non sono mai stata bocciata, ma a tanti miei colleghi è successo. A significare che o studi o non superi l’esame».
Cosa porti con te di quest’esperienza?
«Devo ammettere che eCampus già mi manca. Per assurdo, lo studio mi ha ringiovanita, anziché crearmi stress. Tra gli studenti c’era uno spirito di mutuo soccorso che mi ha fatto sentire una ragazzina. Insomma, a chiunque abbia, come me, abbandonato gli studi in giovane età, se sente di volerlo fare, suggerisco di riprendere gli studi lasciando da parte la paura e il disincanto, perché se ne esce persone migliori».