I NEET in Italia: la situazione attuale e l’importanza del titolo di studio dei genitori

da | Ott 14, 2025 | Attualità

In Italia i NEET (Not engaged in Education, Employment or Training) rappresentano oltre il 15% della popolazione tra i 15 e 29 anni.

Questo fenomeno ormai è una vera e propria emergenza tra le più sottovalutate, con gravi ripercussioni non solo per i NEET stessi, ma anche per l’intera società poiché spesso celano storie di immobilità sociale, rischio di povertà, con conseguenze sul tessuto economico e civile del Paese.

A presentare il quadro attuale della situazione è lo studio NEET, giovani non invisibili: sfide e risposte per attivare le risorse del futuro del progetto Dedalo – Laboratorio permanente sul fenomeno NEET, realizzato da Fondazione Gi Group in partnership con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, in collaborazione con ZeroNeet – programma di contrasto al fenomeno dei NEET promosso da Fondazione Cariplo – e Fondazione Compagnia di San Paolo.

I NEET in Italia: la situazione attuale

Per NEET si intendono quei giovani tra i 15 e 29 anni che non sono impegnati in percorsi di istruzione o formazione, né sono inseriti nel mondo del lavoro, e nel 2024 in Italia se ne contano 1,4 milioni, con picchi nelle regioni del Mezzogiorno. Rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia è seconda solo dopo la Romania (19,4%), mentre i Paesi in cui si ne contano di meno sono Olanda (4,9%) e Malta (7,2%).

La condizione di NEET è molto eterogenea. La prima macro distinzione è fra chi cerca lavoro (disoccupati di breve o lungo periodo) e chi non lo cerca (inattivi). Tra le altre classificazioni ci sono gli scoraggiati (chi crede che non ci siano opportunità lavorative e perciò ha smesso di cercarlo), gli indisponibili per malattia o disabilità, gli indisponibili per responsabilità familiari, e infine gli altri NEET che includono i più vulnerabili, i più privilegiati e chi segue percorsi alternativi come le carriere artistiche.

La disparità di genere è presente anche in questo fenomeno. Le donne NEET, infatti, sono molte di più rispetto ai coetanei uomini. Questa disparità deriva da spesso da alcuni fattori personali come il carico familiare che devono sostenere, o la difficoltà nel rientrare nella forza lavoro a seguito di un periodo di assenza, come ad esempio la nascita di un figlio.

L’importanza del titolo di studio dei genitori

Un elemento cruciale in questo fenomeno è il titolo di studio dei genitori: maggiore è il livello del titolo di studio, minore è il rischio di diventare NEET. In particolare ad incidere è il livello di istruzione delle madri: quando questa ha una licenza elementare, il tasso NEET raggiunge il 38,4%, il 21,4% con licenzia media, 11,2% con diploma e 7% quando è laureata o con un titolo di studio ulteriore.

Questo effetto è particolarmente positivo sulle figlie, dove il tasso di NEET si riduce nettamente passando dal 54,2% se la madre ha la licenza elementare al 6,9% se la madre ha una laurea. Ma incide anche sui figli maschi, dove il tasso passa dal 23,8% al 7%.

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