Halloween è diventata una celebrazione collettiva anche in Italia, dove, in questi giorni, tutto diventa espressione di una festosità vagamente oscura e creepy, tra zucche, cerini accesi e zombie. Ma quali sono le origini di questa stravagante celebrazione? Nasce nell’antica Irlanda, dove i celti celebravano Samhain, la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. Era il momento in cui il mondo dei vivi e quello dei morti si sfioravano, e gli spiriti potevano tornare per una notte tra le case e i campi che avevano conosciuto in vita. Per difendersi o confonderli, le persone indossavano maschere, accendevano fuochi, lasciavano cibo alle porte.
Da Samhain a Ognissanti
Con l’arrivo del cristianesimo, le antiche credenze furono rilette in chiave religiosa. Samhain divenne Ognissanti e Commemorazione dei defunti, ma i simboli rimasero. L’idea di una notte in cui i confini si assottigliano sopravvisse nelle campagne, nei racconti, nelle paure tramandate sottovoce. Fu solo nell’Ottocento, quando gli immigrati irlandesi portarono le loro tradizioni negli Stati Uniti, che Halloween cominciò a cambiare volto. Nelle cittadine americane le zucche sostituirono le rape scavate, le maschere si fecero colorate, e i riti per placare gli spiriti si trasformarono in giochi per bambini. Nacque così il “trick or treat”, il “dolcetto o scherzetto”, che univa la memoria del passato al gusto leggero della festa.
Una notte sospesa
Col tempo, Halloween divenne una delle celebrazioni più amate e cinematografiche, un miscuglio di paura e ironia, e si diffuse in tutto il mondo. Oggi Halloween è una notte sospesa, in cui si gioca con le proprie paure e si onorano le radici più antiche dell’uomo. Il fatto che molta gente l’aspetti e non veda l’ora di celebrarla, conferma quanto l’uomo abbia bisogno di misurarsi con l’ignoto, forse per comprendere meglio se stesso. Al grido di “dolcetto o scherzetto”, anche quest’anno Halloween promette di dare forma ai sogni e agli incubi, sempre con fascino, magia e un tocco di misticismo.







