Il 24 novembre 1859 uscì per la prima volta il libro che cambiò radicalmente la biologia e il modo in cui comprendiamo il mondo naturale. Stiamo parlando de L’origine della specie di Charles Darwin, naturalista inglese che grazie alle sue osservazioni e a studi rigorosi riuscì ad interpretare il mondo naturale, intuendo i meccanismi che sottostanno al mutamento delle specie.
Ancora oggi le teorie darwiniane sono uno dei pilastri della biologia evoluzionistica, capaci di influenzare non solo le scienze naturali, ma anche la filosofia, la teologia, le scienze sociali, la psicologia e la genetica.
Il viaggio sull’HMS Beagle
Le teorie evoluzionistiche probabilmente non sarebbero nate senza la spedizione in giro per il mondo sul brigantino HMS Beagle a cui Darwin prese parte tra il 1831 e il 1836. Durante il lungo viaggio, il giovane naturalista poté esplorare soprattutto le coste del Sud America e le isole dell’Oceano Atlantico e Pacifico, in particolare le Galapagos. Raccolse campioni, annotò le osservazioni su animali, piante, fossili, paesaggi geologici, e rimase particolarmente colpito dall’ampia varietà delle specie. Completato il viaggio, Darwin tornò in Inghilterra e iniziò a studiare sistematicamente i materiali raccolti durante la spedizione, confrontando le specie e i fossili che tra loro presentavano caratteristiche simili ma presenti in regioni diverse.
Nonostante avesse già abbozzato una teoria dell’evoluzione negli anni ’40 dell’Ottocento, Darwin in quegli anni esitò sempre a pubblicare le sue ricerche, consapevole del fatto che idee del genere avrebbero scosso profondamente l’opinione pubblica e avrebbero messo in serio dubbio le teorie religiose.
Finalmente nel 1858 Darwin riceve un manoscritto da Alfred Russel Wallace, naturalista che a seguito di un viaggio in Indonesia aveva sviluppato una teoria dell’evoluzione quasi identica alla sua. Darwin quindi, con l’aiuto di colleghi come Charles Lyell e Joseph Hooker, organizzò una presentazione congiunta del suo lavoro e di quello di Wallace presso la Linnean Society di Londra per poi preparare una sintesi delle sue ricerche.
L’origine della specie e la nascita della teoria della selezione naturale
Così il 24 novembre 1859 fu pubblicato On the Origin of the Species by Means of Natural Selection, l’opera in cui Darwin racchiuse le sue teorie dell’evoluzione della specie e della selezione naturale.
Le specie attuali derivano tutte da antenati comuni che nel corso dei secoli si sono diversificate attraverso un processo ramificato. L’evoluzione perciò non è un processo lineare, bensì una serie di ramificazioni in cui gli organismi divergono gli uni dagli altri adattandosi a condizioni diverse.
A portare avanti l’evoluzione è la selezione naturale. In ogni popolazione esistono variazioni ereditarie, e gli individui che hanno determinati tratti sono più adattati all’ambiente sono quelli che hanno maggiori probabilità di sopravvivere e di riprodursi. Nel corso delle generazioni, i tratti più vantaggiosi vengono trasmessi, mentre quelli sfavorevoli scompaiono gradualmente.
La selezione naturale, se si trascina per abbastanza tempo, è in grado di produrre cambiamenti nella popolazione ed eventualmente alla formazione di una nuova specie. Darwin propose inoltre la possibilità che tutte le specie viventi discendessero da un antico antenato comune, per questo anche tra specie molto diverse tra loro esistono alcune somiglianze.
Le reazioni
Il libro suscitò fin da subito un dibattito accesissimo sia tra la comunità scientifica che negli ambienti religiosi. Il mondo scientifico si divise in chi sosteneva le tesi darwiniane e chi invece contestava la teoria perché non abbastanza dettagliata e perché mancavano record fossili.
Le reazioni religiose furono altrettanto furiose, con diversi teologi che attaccarono le teorie darwiniste perché erano una minaccia diretta ai racconti della genesi, mettendo in discussione il ruolo centrale e speciale dell’uomo nella creazione.
Nel corso del XX secolo, la nascita della genetica con gli studi di Gregor Mendel e successivamente James Watson e Francis Crick che nel 1953 decifrarono la struttura a doppia elica del DNA confermarono le intuizioni di Darwin. E a oltre 160 anni di distanza, i concetti introdotti da Darwin sono ancora alla base di discipline come la biologia molecolare, genomica, ecologia e medicina evoluzionistica.







