L’avvento della robotizzazione e delle nanotecnologie in campo medico è destinato a rivoluzionare radicalmente le professioni legate alla sanità e all’assistenza. In particolare, è proprio nell’assistenza che il fattore umano appare al momento insostituibile. Fisioterapia e infermieristica sono i perni in cui il lavoro umano resiste e si implementa con nuove tecnologie, in un’avanguardia continua e, quindi, secondo i ritmi di una perenne formazione scolastica e professionale. L’intelligenza artificiale, che sta vedendo in questi anni un’autentica deflagrazione nelle sue applicazioni, affiancherà nella diagnostica i medici dell’imminente futuro (si pensi all’impiego degli algoritmi di Watson, l’intelligenza artificiale IBM, che sta venendo sfruttata già ora in Italia in alcuni poli ospedalieri, per interpretare sintomatologie rare o di difficile diagnosi). Non soltanto l’infermieristica, ma anche il management e la consulenza della terza età richiederà specialisti che mettano in opera soluzioni innovative in campo medico, farmaceutico, psichiatrico, protesico, proponendo nuove tecnologie per l’alimentazione e per il fitness. Gli studi dell’americano Bureau of Labor Statistics e dell’inglese FastFuture segnalano come sia prevedibile l’insorgere, insieme alle nuove specializzazioni dovute al salto di qualità delle tecnologie impiegate (si pensi alle tecniche di editing genetico, alla stampa 3D e 4D di tessuti, all’impiego di algoritmi per trattamenti personalizzati con nanomedicine), anche nuovi ruoli professionali, al momento considerati irrealizzabili, come quello di “chirurgo della memoria”, che sarà in grado di innestare una capacità mnemonica supplementare a chi vuole incrementare la propria.