Sono i laureati in ingegneria edile e ambientale le figure che arrivano prima a un’occupazione dal momento del conseguimento del diploma: ci impiegano 5.8 mesi, a fronte di una media di 7 mesi da parte della totalità di chi arriva a una laurea magistrale.
Fermo restando che i dati confermano la tendenza a un’occupazione al 93.8% a cinque anni da una laurea magistrale conseguita nel 2010, il che individua l’ingegnere come la professione che porta a occupazione veloce qualificata e ben remunerata, seconda soltanto a quella di chi si è laureato in medicina, un focus AlmaLaurea su laureati nel 2012 segnala quali specifiche popolazioni interne agli ingegneri trovano più celermente lavoro: gli edili e ambientali conseguono un risultato superiore a qualunque specializzazione.
In particolare il diploma di laurea in ingegneria ambientale conduce a più variate possibilità di occupazione, come l’impiego presso enti pubblici o privati che abbisognano di skill tecnologiche nel campo della decontaminazione, della depurazione dei gas, del controllo e del monitoraggio dell’enviroment. Si tratta di un traino formidabile che la green economy ha imposto alle professioni relative all’edilizia e all’ambiente, anche relativamente all’innovazione e allo sviluppo della produzione, oltreché della valutazione sull’impatto ambientale. Un settore in rapida crescita, che infatti si conferma la porta principale per chi cerchi da subito un lavoro qualificato, in cui le competenze acquisite durante la formazione universitaria vengano effettivamente impegnate concretamente ed efficacemente.
Le prospettive occupazionali, oltre all’eccellenza delle specializzazioni inerenti alla materia, fanno storicamente di ingegneria la facoltà più ambìta in Italia, secondo una serie che è culminata nel record dei dati relativi al 2014.
Il recente studio di AlmaLaurea parte da un campione di circa 1.500 ingegneri, laureati magistrali nel 2012, e determina percentuali estremamente incoraggianti per il settore edile e ambientale. E’ un focus da cui risulta che il mercato del lavoro si schiude con maggiore velocità e prospettive molto incoraggianti proprio per chi ha terminato un ciclo unico (24%) o il biennio (76%) in ingegneria (55.8%, contro il 43.4% di architetti). Nello specifico, il campione trattato è prevalentemente composto di ingegneri civili (40.9%), insieme ai diplomati in ingegneria dei sistemi edilizi e ingegneria per l’ambiente e il territorio (22.2%).
Emerge un forte orientamento di genere nelle professioni ad alta qualificazione edile e ambientale: il 64.7% della popolazione lavorativa in questi campi è appannaggio di laureati maschi. E’ anche preponderante, rispetto alla generalità dei diplomati, la percentuale di chi, specializzandosi nei rami ingegneristici, proviene da famiglie in cui è accertata la presenza di un titolo di laurea: quasi il 33% ha un genitore laureato.
L’andamento della carriera universitaria degli ingegneri rivela che viene raggiunto il titolo a 27.2 anni, in perfetta media statistica. Il voto medio di laurea si assesta su un punteggio di 107, superiore alla media, che consiste in 106.8. Nel corso della formazione, il 43.9% effettua tirocini e il 13.4% compie un’esperienza formativa all’estero. Decisamente sopra la tendenza generale è il quoziente di soddisfazione relativa al percorso universitario svolto: il 70% contro il 65% dichiarato da laureati in altre discipline.
La formazione postlaurea, per quanto concerne gli specializzati in ingegneria edile e ambientale, riguarda il 69.1% della popolazione statistica: è utile e quasi necessario proseguire gli studi. Gli stage aziendali concernono il 28.4%, le collaborazioni su base volontaria con docenti e professionisti toccano quasi il 24%, i corsi di formazione riguardano il 18.4% dei laureati e i master universitari di secondo livello sono svolti e conseguiti dal 9.1% dei rilevati.
Al momento del passaggio dal periodo di formazione, anche specialistica e postgraduate, verso il mondo delle professioni, le cifre arridono agli ingegneri edili e ambientali, che iniziano a lavorare per la maggior parte soltanto dopo il conseguimento del titolo (80% contro una media del 66%), ma ottengono un’occupazione entro i primi 5.8 mesi, contro la tendenza generale, che consiste come detto in una media di 7 mesi.
L’89% di questi ingegneri si inserisce nel privato, soprattutto come libero professionista (53% rispetto al 21% della popolazione in genere). La media della retribuzione è decisamente più alta, rispetto ai laureati in altre specialistiche, toccando i 1.466 euro netti mensili, contro i 1.415 espressi dalle altre professioni postlaurea. Un abbondante 82% esprime un’opinione molto favorevole sull’efficacia del titolo di laurea, marcando un netto dislivello con la media, che supera di poco il 61%.
Mentre i laureati magistrali in genere dichiarano per meno del 48.8% di ricorrere continuativamente alle competenze acquisite durante i corsi universitari, per gli ingegneri edili e ambientali la percentuale si alza vertiginosamente, superando il 65%.