Il potere dei social network è quello di dare voce e possibilità di condivisione a chiunque ne faccia uso, ma quanto è semplice condividere realmente una parte di sè o un avvenimento spiacevole?
Soprattutto per i giovani, è sempre più complicato aprirsi e rivelare un dolore, una ferita causata da un episodio di esclusione. Uno dei motivi per cui il bullismo è così doloroso e diffuso è proprio la difficoltà di chi lo subisce a “buttare fuori” la violenza e lo scherno subiti, che sia con amici, genitori o figure di riferimento in genere.
A questo proposito Experience Is, brand digital lanciato da Condé Nast Italia, ha deciso di lanciare #Sharenotshame: un hashtag che ripropone di diventare un vero e proprio inno per abbattere la negatività.
Quale modo migliore per donare ai social il potere di una vera community, nella quale sentirsi sostenuti e ascoltati? Grazie a #Sharenotshame è possibile dare voce alla propria esperienza o ascoltare quella degli altri, aprendosi e confrontandosi, trovando un modo per affrontare la realtà e non sentirsi soli.
L’obiettivo è dopotutto anche quello di insegnare che la vergogna non è assolutamente la via per affrontare questo genere di situazioni, il sentirsi unici per i motivi sbagliati non porta da nessuna parte: molte esperienze negative sono molto più trasversali e frequenti di quanto si pensi.
A supportare #Sharenotshame troviamo una squadra di personaggi conosciuti e amati soprattutto dal pubblico a cui l’iniziativa è rivolta, la Generazione Z. In prima fila l’attore e conduttore radiofonico Guglielmo Scilla, la youtuber Elisa Maino, i cantanti Elodie, Stash, Gué Pequeno, l’influencer digitale Sofia Dalle Rive.
Insieme hanno deciso di raccontare, attraverso sei video, eventi personali, che nel corso della vita gli hanno fatti sentire esclusi, inadeguati, sbagliati.
Il pubblico, dal canto suo, potrà condividere e raccontarsi sui social attraverso l’hashtag oppure sul sito Experience Is, in forma anonima, proprio perchè l’importanza di questa iniziativa non è esporsi ma solo liberarsi da un peso ingombrante.
Sfruttare questo hashtag è un modo semplice per riscoprire il lato umano dei social network. Personalmente credo che sarebbe molto utile condividere questa notizia e far approdare questo movimento in contesti come scuole, università o ambienti di lavoro (non sono solo gli adolescenti o gli adulti fino ai 30 anni a non parlare di episodi spiacevoli o dolorosi) per dare a tutti la possibilità di sentirsi supportati, trovare coraggio nell’affrontare la vita e pensare: io non sono sbagliato, non c’è niente che non va in me.
La speranza è che in futuro sarà ricalibrata anche la qualità del dibattito in rete: quello che ora è un modo perfetto per offendere, escludere, denigrare potrà essere invece un “luogo” nel quale sostenere, aiutarsi l’un l’altro e comunicare in modo positivo.
Il primo a raccontare la sua esperienza è stato Guglielmo Scilla ieri, 11 dicembre, mentre gli altri seguiranno, uno al giorno.
I video dei testimonial si possono trovare sugli account di Experience Is.