Uscito lo scorso 17 gennaio, Glass di M. Night Shyamalan, è arrivato quasi in sordina per chiudere una trilogia iniziata ben 18 anni fa e soprattutto per fare da sequel ad un secondo capitolo che nessuno si sarebbe aspettato: Split.
La storia di quanto accaduto è abbastanza divertente e, a pensarci, in linea con ciò che conosciamo della personalità di Samuel L. Jackson. Si dice, infatti, che per l’attore si sia trattato di un vero e proprio inseguimento nei confronti del regista M. Night Shyamalan; ogni volta che si incrociavano la domanda era sempre la stessa: «Ma Unbreakable non doveva essere una trilogia?», posta molto spesso e anche nei momenti meno convenzionali, ad esempio quando le loro macchine si incrociavano al semaforo.
Insomma un film che si è fatto tanto attendere, soprattutto per il cosiddetto “Uomo di vetro”, e che ora trova conclusione in un capitolo che riunisce tre personaggi diversissimi tra loro e quasi complementari.
Da Unbreakable, David Dunn (Bruce Willis), un uomo dotato di superpoteri che gli permettono di rimanere illeso nelle situazioni più pericolose, ad esempio dopo il deragliamento di un treno. Impersona l’eroe, il Bene, inconsapevole del suo essere “speciale” finchè Elijah Price non lo porta ad una reale ed inevitabile riflessione.
Elijah Price, antagonista affetto da una debolezza ossea tale che lo costringe su una sedia a rotelle e gli provoca dolorose malformazioni agli arti superiori e inferiori. Chiamato l'”Uomo di vetro”, organizza terribili attentati solo per scoprire il suo ‘opposto’ e avere la definitiva giustificazione alla propria esistenza: quella del Male contro il Bene dell’altro.
I due personaggi si dovranno confrontare con La Bestia, o l’Orda (James McAvoy), che in Split, appunto, si evolve da un ragazzo con la sindrome della personalità multipla, incanalando una violenza e una forza inaudite.
Glass è un evento non solo perché porta a compimento la trilogia iniziata con Unbreakable. Il nuovo film di M. Night Shyamalan è anche la prima, storica collaborazione tra la Walt Disney e la Universal, compagnie rivali nel mondo del cinema. I diritti di Unbreakable, infatti, sono in mano alla Touchstone Pictures, società della Disney. Quelli di Split, invece, appartengono alla Universal. “Non credo che accadrà mai più” ha raccontato il regista al Comic-Con di San Diego.
In questo ultimo film, Shyamalan ha scelto di lavorare sul colore associando delle palette di colori diverse a ciascun personaggio. David Dunn è legato ai toni del verde, il colore della vita. Il personaggio di Split è dipinto sui toni dell’ocra e del senape, perché sono i colori associati ad alcune cerimonie religiose di carattere indù o buddista.
Per Mr. Glass è stato scelto il viola, perché è un colore di solito legato alla regalità. “Elijah vede se stesso come qualcuno di importante” ha detto il regista.
Ma il regista de Il sesto senso gioca con i colori anche per un altro aspetto: nei momenti in cui i personaggi credono nel mondo dei fumetti, e nel loro essere supereroi, i colori primari diventano dominanti. Quando smettono di crederci ricadono in un mondo che tende al grigio. “La stanza dove fanno la terapia è rosa” ha spiegato il regista. “È un rosso che sfuma verso il bianco, perché è lì che smettono di credere“.
Se non lo avete ancora visto, vi consiglio di iniziare a godervi il trailer.