Nella città di Milano si muovono circa 73mila stagisti alla ricerca di un lavoro, complessivamente sono 31mila gli stagisti che hanno scelto Milano ed emerge come i tirocini curricolari si svolgano prevalentemente durante periodo di studi, e quindi potrebbe essere utile per i tirocinanti avere una formula “part-time” che consenta al giovane di non dover interrompere completamente l’attività di studio. Tale modalità purtroppo non è ancora così diffusa: riguarda solo il 15% circa degli stage mappati.
La speranza dello studente è di ottenere un contratto al termine del “periodo di prova” che sia a tempo indeterminato o che comunque assicuri un mantenimento finanziario per aver una certa stabilità economica in una città, che sappiamo bene, è molto cara dal punto di vista della qualità della vita: affitti e costo della vita quotidiana sicuramente più alto rispetto alle altre città italiane. L’aspetto della sostenibilità economica” rappresenta sicuramente un problema da risolvere, se lo si mette in relazione al dato sui tirocinanti “fuori sede” pari in generale al 27%.
Un dato da evidenziare è che purtroppo il 41% dei tirocini extracurricolari mappati forniscono un rimborso spese che raggiunge appena i 500 euro al mese. Risulta poi un 37% di stage la cui indennità è collocata tra i 500 e i 750 euro al mese, e solamente un 22% che prevede un rimborso spese superiore ai 750 euro.
Nonostante questi dati che possono scoraggiare i giovani ragazzi che scelgono Milano come meta per il successo, gli studenti sono spesso costretti a svolgere gratuitamente lavori full time nel miraggio dell’assunzione. Questi sono i risultati dell’indagine commissionata dal Comune di Milano e realizzata dalla “Repubblica degli Stagisti” di Eleonora Voltolina, presentata a “Best Stage”, l’evento annuale dedicato all’occupazione giovanile in svolgimento all’Acquario Civico in viale Gadion a Milano.
“L’obiettivo del Comune è quello di conoscere e vigilare. Lo stage, i tirocini possono essere validissimi strumenti di ingresso nel mondo del lavoro, se usati in modo corretto da aziende ed enti di formazione. Milano, che sul lavoro ha costruito la sua identità, non può adattarsi a scelte al ribasso”, spiega l’assessore Tajani, che prosegue: “Per questo, dal 2012, abbiamo avviato questo monitoraggio che oggi aggiorniamo e che ci segnala i dati positivi e le criticità. È necessario che la centralità dell’esperienza formativa e dell’inserimento diventino patrimonio collettivo del sistema città. E la ricerca fa anche questo: cultura del buon lavoro e indicazione della strada virtuosa da seguire in termini di giusta remunerazione e attenzione ai giovani.”
“La criticità maggiore emersa dalla mappatura è che pochissimi purtroppo sono i dati relativi a due temi che forse sono i più importanti per valutare la sostenibilità e accessibilità dello strumento, e la sua efficacia in termini di occupabilità e sbocchi lavorativi”, dice Eleonora Voltolina, curatrice della ricerca: “I soggetti promotori sono cioè molto restii a registrare l’entità del rimborso spese (nel caso di tirocini curriculari, per i quali l’indennità non è obbligatoria, addirittura non solo l’ammontare ma la presenza stessa dell’indennità) e la percentuale di assunzione post stage. Due aspetti che invece sarebbe opportuno monitorare con attenzione”.
Dall’indagine il capoluogo lombardo si conferma capitale degli stagisti con oltre 11mila tirocini extracurricolari avvenuti sul territorio del Comune a cui vanno sommati gli oltre 5.600 avvenuti nell’area della Città metropolitana, arrivando così ad un totale di quasi 17mila tirocini extracurricolari nel corso del 2017. A questi vanno sommati i 10mila tirocini curricolari attivati sempre nel 2017 in città e i 4mila della Città metropolitana, per un totale di 14mila.
La ricerca ha preso in esame anche i tirocini extra curriculari, facendo emergere come quasi un quarto degli stage venga effettuato da persone che hanno smesso di studiare da oltre tre anni e con una età media più elevata. Nel 13% dei casi gli stagisti hanno meno di vent’anni; c’è poi un 37% di giovani tra i venti e i venticinque anni, un 35% tra i ventisei e i trentacinque anni, e un 15% di over 35. Da notare come gli stage extracurricolari durino in media di più rispetto ai curricolari. La durata più frequente – 42% del totale – è quella dei classici sei mesi, seguita da un periodo la compreso tra i sei e gli undici mesi (12% dei casi) e ancor più significativa presenza di stage che durano addirittura un anno (21%).