Il disegno di legge costituzionale che riduce i deputati a 400 dai 630 attuali ed i senatori a 200 dagli attuali 315, è stato definitivamente approvato con 553 voti a favore, 14 contrari e due astenuti. Essendo una riforma costituzionale il provvedimento, per passare, necessitava della maggioranza assoluta (cioè 316 voti). Cifra, come si è visto, ampiamente superata.
Hanno votato a favore della riforma costituzionale fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle le forze di maggioranza (M5s, Pd, Italia Viva, Leu) e le forze di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia), più alcuni deputati del gruppo Misto. Uniche forze del Parlamento contrarie al taglio sono state +Europa (3 deputati) e Noi con l’Italia (4 deputati guidati da Maurizio Lupi).
Dieci i 5 stelle che non hanno partecipato al voto: quattro risultano in missione, cinque erano assenti, mentre Andrea Colletti è intervenuto in Aula per esprimere il suo dissenso con la riforma. Il renziano Roberto Giachetti invece, pur votando a favore, ha annunciato che raccoglierà le firme per indire un referendum che blocchi il testo.
Al termine delle votazioni l’aula ha osservato un minuto di silenzio ed ha tributato un applauso unanime in memoria dei due poliziotti uccisi alla Questura di Trieste.
La variazione percentuale del taglio degli eletti è simile ma non uguale per tutte le regioni e naturalmente non ha toccato la piccolissima Val D’Aosta che avendo già oggi un solo parlamentare non potrebbe scendere a zero. L’altra regione piccola, il Molise, ne perderà invece uno su tre.
Come ogni riforma costituzionale può ora essere sottoposto a referendum confermativo se lo chiederanno 126 deputati o 64 senatori o cinque Consigli Regionali o 500.000 elettori; se entro tre mesi nessuno ne farà richiesta la riforma sarà promulgata e sarà valida dalla prossima legislatura.
L’istituto dei senatori a vita rimane, fissandone a cinque il loro numero massimo (finora cinque era il numero massimo che ciascun presidente poteva nominare). Ridotti anche gli eletti all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4.
Per festeggiare i grillini si sono radunati davanti a Montecitorio e hanno esposto uno striscione con le foto delle poltrone e accanto delle gigantesche forbici di cartone. “Meno parlamentari uguale più asili nido”, recitava uno dei cartelli.
Si unisce ai festeggiamenti, seppur a distanza, il Premier Conte “Quella del taglio ai parlamentari è una riforma che prelude anche a una maggiore efficienza dei lavori parlamentari“, ha detto nel corso delle dichiarazioni congiunte con il presidente designato del Consiglio Ue Charle Michel. “Ci attendiamo una maggiore vicinanza dei cittadini alle istituzioni. È un passaggio storico che, insieme ad altri progetti di riforma, prelude ad una maggiore efficienza del nostro sistema parlamentare”.
“Approvato dal Parlamento il ddl costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari. – ha scritto Conte su Twitter – Una riforma che incide sui costi della politica e rende più efficiente il funzionamento delle Camere. Un passo concreto per riformare le nostre Istituzioni. Per l’Italia è una giornata storica“.
“Una riforma storica, una grandissima vittoria per i cittadini italiani“, ha detto Luigi Di Maio davanti alla Camera. “Questa è la vostra vittoria“, ha detto poi rivolgendosi ad alcuni sostenitori venuti a celebrare la riforma.
Dopo il voto, il segretario dem Nicola Zingaretti è intervenuto su Facebook per ribadire le motivazioni del sì del suo partito: “Abbiamo ottenuto, come da noi richiesto, che il taglio degli eletti si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano”.
I contrari
Intanto fuori dal palazzo, + Europa ha manifestato contro la legge sul taglio degli eletti portando in piazza una ghigliottina di cartone, simbolo della “Costituzione mutilata”. “Si fermino, ci ripensino – è l’appello rivolto a Pd e Italia Viva dal segretario Benedetto Della Vedova – il taglio si può fare ma non così“.