Ad oltre 60 anni dalla sua morte, Hollywood non riesce ancora a farsene una ragione e continua a desiderarlo, non stupisce perciò che James Dean si appresti a ritornare sul set direttamente dall’aldilà. Non una sua scelta, naturalmente, né tanto meno in carne ed ossa: l’intera performance dell’attore verrà ricreata tramite una nuova sofisticatissima tecnologia digitale chiamata Full CGI.
Dean apparirà così in Finding Jack, pellicola prevista per il 2020, ambientata durante la guerra in Vietnam, in totale accordo con la sua famiglia. E l’amministratore delegato di CMG Worldwide, nonché agente commerciale dei Dean, Mark Roesler spiega: «Con l’evoluzione delle tecnologie questa è una nuova frontiera da esplorare per tanti dei nostri clienti che non sono più con noi».
I produttori del film, d’altra parte, dicono di aver cercato a lungo il volto giusto per il personaggio di Rogan, ma di aver alla fine optato per quello reso celebre da Gioventù bruciata. Anton Ernst che, con Tati Golykh, dirigerà il film, spiega: «Siamo onorati che la famiglia abbia deciso di supportare la nostra idea e faremo tutto ciò che possiamo perché l’eredità di una delle più grandi star di sempre resti intatta. La sua famiglia considera questo il suo quarto film, il film che non ha mai potuto fare. Non abbiamo alcuna intenzione di deludere i suoi fan».
Finding Jack sarà tratto dall’omonimo romanzo di Gareth Crocker e narrerà le vicende di oltre 10.000 cani da guerra abbandonati al termine del conflitto in Vietnam.
James Dean è divenuto una vera e propria icona culturale che è facilmente riassumibile nel titolo del suo film più celebre: Gioventù bruciata, in originale Rebel without a cause, cioè “ribelle senza motivo”, dove ricopre il ruolo del problematico adolescente Jim Stark. Nonostante abbia preso parte soltanto a tre film da protagonista (La valle dell’Eden, Gioventù bruciata, Il gigante), la sua fama ha raggiunto ogni paese del mondo, in parte anche in seguito alla sua prematura morte a soli 24 anni a causa di un incidente stradale.
Dean viene ricordato come fedele seguace della filosofia del carpe diem e come il simbolo della gioventù statunitense stessa, con la sua aura da “bello e dannato”. In ogni caso, sebbene il fascino del suo personaggio a volte abbia messo in dubbio le sue reali capacità recitative, la critica amava le sue interpretazioni già prima della sua morte. Fu il primo attore a ricevere una nomination postuma al Premio Oscar, per il suo ruolo nel film La valle dell’Eden. Gli venne conferito, sempre postumo, il Golden Globe come miglior attore nel 1956 e, nello stesso anno, fu candidato nuovamente all’Oscar al Miglior Attore per Il gigante. L’American Film Institute ha inoltre inserito James Dean al diciottesimo posto nella classifica tra le più grandi star della storia del cinema.
Non ci resta quindi che attendere la sua (forse) ultima performance in Finding Jack, per poter valutare se la sua versione digitale sia degna di quella in carne ed ossa o se invece sarebbe stato meglio lasciarlo riposare in pace.
«Essere un buon attore non è facile. Essere un uomo è ancora più difficile.
Voglio essere entrambi prima di morire».
James Dean