Alfonso Lovito a Mattino Cinque: Come studiare ai tempi del Covid-19

da | Apr 14, 2020 | Attualità, Mondo eCampus

Ieri mattina, lunedì 13 aprile, il Direttore Generale di eCampus Alfonso Lovito è stato intervistato a Mattino Cinque dal conduttore Francesco Vecchi, su Canale 5, in merito allo studio online e alla sua organizzazione in questo periodo di emergenza, ma non solo. L’intervista è interamente visionabile online a questo LINK, ma per comodità ve la riportiamo di seguito.

«L’abbiamo invitato – spiega il giornalista – perché eCampus è uno dei principali atenei online, quindi da tempo lavora sull’online, e credo che abbia dei consigli da dare, adesso, alla struttura universitaria e scolastica che dovrà adeguarsi a questo nuovo tipo di vita.»

Si può fare tutto online?

«Certo, si possono fare moltissime attività. Ormai, credo sia noto che moltissima comunicazione avviene tramite smartphone e computer, non da oggi. Oggi però il fenomeno del Coronavirus ci ha sbattuto questa cosa in faccia, ha fatto da accelerante rispetto a un processo che era già in atto. Noi, come università, facciamo questo lavoro ormai da 14 anni e quindi ci siamo trovati preparati ad una situazione del genere. Naturalmente c’è stato un periodo di riadattamento, perché alcune attività erano ancora frontali, come gli esami e le tesi, e si sono dovute riprogettare in una modalità completamente telematica. Però, in questo momento, abbiamo fatto di necessità virtù: siamo avanti in questa cosa, rispetto a molte realtà che purtroppo hanno avuto una resistenza rispetto a questa attività, che hanno considerato secondaria, ma secondaria non è.»

Secondo lei gli studenti poi si abituano? Inizialmente che difficoltà potrebbero incontrare?

«La mia esperienza mi dice che gli studenti sono molto avvezzi all’utilizzo degli strumenti informatici. Cioè, rispetto a noi che abbiamo 50 anni, gli studenti hanno una dimestichezza che noi non riusciamo nemmeno ad imitare, molte volte. Piuttosto gli studenti oggi hanno resistenza a scrivere con la penna, ma loro comunicano abitualmente con questi strumenti, quindi se devo fare una sottolineatura rispetto a questo tipo di attività, forse il punto debole è il docente che non riesce ancora a capire le potenzialità di questo strumento.»

Perché eventualmente cosa si può fare in più? Magari abbiamo la sensazione di perdere qualcosa e non cogliamo, invece, quelle che sono le potenzialità…

«Esattamente, sì. Erroneamente l’attività didattica online è stata sempre interpretata, ma forse anche per motivi di pregiudizio, come un’attività alternativa, un surrogato secondario rispetto a un’attività frontale che ormai si protraeva, si protrae, da qualche decennio. In realtà, gli strumenti informatici possono potenziare di molto quella che è l’attività di un docente, che quando deve preparare una lezione online, ha la necessità di prepararla bene perché rimane, può essere sempre consultabile, poi necessariamente e qualitativamente deve avere delle caratteristiche per essere efficace, quindi richiede un’attenzione maggiore nella preparazione dei materiali che supportano di fatto una lezione. Non bisogna immaginare la lezione solo come una videolezione, ma c’è anche la somministrazione di tanti materiali.»

Ecco, noi stiamo un po’ immaginando la lezione come qualcosa che debba avvenire in diretta. Cioè, tutti si collegano contemporaneamente. Invece questo non è necessario.

«La parte sincrona è solo una parte, naturalmente non secondaria, ma c’è tutta una parte asincrona che può essere fatta in autonomia.»

“Asincrona” vuol dire che una lezione può essere lì e te la vai a guardare quando vuoi, anche gestendoti, per esempio, con fratelli e sorelle in casa. Perché non è che tutti possano stare online in contemporanea sullo stesso computer di casa, no?

«Naturalmente, questo prelude e sottolinea il fatto che l’attività online, in e-learning, non è affatto un’attività di scarsa qualità, anzi necessita di alcune caratteristiche e competenze che vanno sicuramente recuperate da tutto quel mondo che fino a ieri ha privilegiato, forzatamente anche perché l’organizzazione era quella, l’attività di presenza. Sicuramente non è da stigmatizzare, però il contributo dello strumento tecnologico può aiutare molto, moltissimo, l’efficacia della lezione.»

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