Siamo alla terza settimana dal conflitto in Ucraina, e la Russia non sembra essere intenzionata a ritirare le sue truppe e a fare un passo indietro. Proprio oggi 10 marzo, infatti, il ministro della Cultura russo ha invitato le sue istituzioni a farsi restituire tutte le opere date in prestito all’estero.
In Italia considerata dai russi ora Paese ostile, il ministero della Cultura italiano ha sancito attraverso una circolare la sospensione con effetto immediato di tutte le attività relative all’iniziativa ‘Anno incrociato dei musei Italia-Russia’, che include anche la fine di tutte “le attività di promozione culturale istituzionale” con la Federazione Russa, “con il conseguente ritiro di ogni atto amministrativo relativo a qualunque forma di partnership e collaborazione in corso e ad eventuali istruttorie prodromiche al rilascio di patrocini”.
Al direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina e al presidente di Skira editore Massimo Vitta Zelman è arrivata una lettera dal direttore dell’Ermitage Mikhail Piotrovsky in cui nero su bianco si riportavo che : “In base alla decisione del ministero russo della Cultura tutti i prestiti in essere devono essere restituiti dall’estero alla Russia e come sapete l’Ermitage è un museo statale che dipende dal ministero della Cultura”.
La lettera dell’Ermitage che non lascia possibilità di replica è arrivata lunedì sera alle due istituzioni milanesi, che stanno tenendo esposizioni in cui compaiono opere prestate dal museo: Palazzo Reale ospita all’interno della mostra “Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano” la celebre Giovane donna con cappello piumato di Tiziano e Giovane donna con vecchio di profilo di Giovanni Cariani. Il Palazzo Reale di Milano ha aperto la mostra solo dal 23 febbraio, e doveva essere disponibile fino a giugno 2022.
Alla Fondazione Fendi, invece è stata chiesta indietro la Giovane donna di Picasso esposta, nella mostra “Pablo Picasso Giovane donna 1909” aperta fino al 15 maggio, mai mostrata prima in Italia.
Il ministro della Cultura Dario Franceschini, commenta così la richiesta russa:
«A me pare evidente che quando un proprietario chiede la restituzione delle proprie opere, queste debbano essere restituite», sembrerebbe quindi che l’Italia quindi non opporrà resistenza ed asseconderà la richiesta russa.